Tina Bruno recensisce una poesia di Bruno Mancini

Tina Bruno recensisce una poesia di Bruno Mancini

Tina Bruno

La poesia è la realizzazione dell’impossibile.

Leggendo la poesia di Bruno Mancini “Agli angoli degli occhi”

Tina Bruno recensisce

Agli angoli degli occhi
sotto pigrizie amiche
prepara a morte
nostalgia.
Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.
Cambia
se non adesso
a morte.
Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile.
 
Le poesie del poeta Bruno Mancini hanno sempre un richiamo sentimentale che le unisce e le accomuna con il grande sentimento dell’amore.

La poesia che mi accingo a commentare oggi è inserita nella omonima raccolta ”Agli angoli degli occhi”, che lui ventenne ha scritto tra il 1962 e il 1964.

In questa poesia il poeta usa il linguaggio del corpo, comunicazione non verbale ma ricca di espressioni, capace di coinvolgere gli occhi in veri e propri discorsi senza parole.

Gli occhi rappresentano, sin dalla più tenera età, lo specchio dell’anima, comunicano e percepiscono corrugando le palpebre e, anche se un velo di tristezza rivela in età avanzata tanta malinconia, sono capaci di trasmettere stati d’animo, ricordi, sentimenti, emozioni, evocando fatti vissuti, allontanando la nostalgia che si prova quando il tempo passa velocemente e anche il corpo umano trascorre il proprio pensando al passato: a ciò che è stato e più non sarà.

A questo punto, l’autore con una similitudine, tra la viola e l’essere umano, mostra la differenza: la viola germogliando fa nascere il pensiero, mentre gli innamorati, invecchiando, amandosi nostalgicamente, lasciano agli occhi la voglia di continuare il racconto attraverso i ricordi, gli atteggiamenti, la fantasia, gli sguardi e i contenuti che trasmettono guardando.