Bruno Mancini
LENOIS “Le nostre isole”
progetto culturale ideato da Bruno Mancini con la Direzione Artistica di Roberta Panizza
SCUOLA | OBIETTIVO PUNTATO SULLE COSE CHE NON VANNO
… e al “Marconi” spunta la
lotteria con telefonino in premio
I nostri figli/nipoti non sono un tesoro da sfruttare per chi possa giovarsi di “compiacenti disattenzioni”, no, loro sono i NOSTRI tesori che, forse, speriamo, in qualche caso, magari, chi sa, sapremo difendere dai vecchi e nuovi prevaricatori.
La settimana scorsa abbiamo trattato la “leggerezza?” con la quale i bambini sono stati messi in contatto con operatori commerciali per indurli ad iscriversi a corsi di didattica musicale a pagamento (
Al Marconi i genitori infettano, i suonatori no.),
oggi scriveremo di una fantascientifica lotteria organizzata per ricavare soldi dalla destinazione finale molto ma molto fumosa.
I traghettatori della loro infanzia verso l’adolescenza lasciano che i pupi vengano incitati a versare qualche euro (600 pupi hanno fruttato più di mille euro… e non è male come compenso per poche ore di “lavoro”) mostrando loro un bel telefonino da sorteggiare tra i più bravi.
Le lotterie sono vietate ai minori, così come le chat erotiche, e non vorrei trovare prossimamente in giro per le classi elementari personaggi che offrano in premio chat con Cicciolina, magari da “godere” insieme ai genitori.
è tempo di sovvertire questo sopruso ideologico e comportamentale.
Gli alunni che frequentano l’istituto scolastico Marconi di Ischia sono figli SOLO dei propri genitori.
Se oggi, per raggiunta civiltà, sono cambiati i metodi “educativi” degli anni ’50 (niente bacchettate e niente ceci sotto le ginocchia), e se oggi è considerato assodato il rispetto per le gerarchie già fino dall’età infantile, ancora oggi, purtroppo, non è cambiata per nulla la determinazione da parte della struttura amministrativa scolastica di voler considerare i nostri figli/nipoti come loro proprietà da affittare, dare in prestito o comunque mettere in contatto con speculatori e con imbonitori.
In questi caso, rispetto alla “leggerezza?” che abbiamo proposto la scorsa settimana all’attenzione dei lettori, sono cambiate le qualifiche di coloro che hanno corrotto il clima educativo che dovrebbe rappresentare lo steccato assolutamente invalicabile da parte di ogni ingerenza non prettamente istituzionale.
Oggi che il potere è nelle mani-portafogli-tangenti-corruzioni delle lobby nazionali può capitare che i nostri figli/nipoti iscritti alla scuola elementare Marconi di Ischia, siano indotti a fare beneficenza… a premio!
Cerchiamo di capire prima di tutto quali siano state le nuove “leggerezze?” imputabili alla Direzione Didattica dell’Istituto, poi quali siano i limiti tra il lecito”licenza di chiedere” e l’illecita “circonvenzione di incapace”, delitto previsto e punito dall’art.643 del codice penale il quale consiste nell’abusare dei bisogni, passioni o dell’inesperienza di persona minore […] al fine di procurare a sé o ad altri un profitto (fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Circonvenzione_di_persone_incapaci)”, ed infine, per il momento, cerchiamo di capire quali siano le deleghe dei propri esclusivi diritti che i genitori trasferiscano alle scuole statali nell’atto di affidamento del minore.
In soldoni:
- Le lotterie necessitano di autorizzazioni da parte degli organi competenti e raccogliere somme con la prospettiva di una vincita equivale appunto a proporre un “concorso a premi”.
- In Italia è proibita la partecipazione dei minori in tutti i “giochi a premio”, con una legislazione che impedisce finanche l’immissione di una moneta nelle slot (controllate dallo stato e non appannaggio di associazioni o peggio di privati) da parte di un pupo tra le braccia del genitore.
- Ci chiediamo se mandare i pupi a scuola significa affidare la loro tutela ad insegnati dipendenti della società civile, o se si corre il rischio che essa scuola venga sfruttata dalle lobby e dai poteri economici localmente predominanti come una “miniera” nella quale operare allo scopo di procurare proseliti per i loro personali interessi.
Infatti, con il consenso della Direzione Didattica, nei giorni scorsi, alcuni individui sono stati introdotti nelle aule del plesso della scuola elementare Marconi di Ischia durante l’orario scolastico.
Con maniere garbate, ovviamente, hanno rapito l’animo dei pargoletti invitandoli ad effettuare una beneficenza in favore di una Associazione napoletana della quali hanno detto di far parte.
Dopo averli ben convinti, hanno consegnato a ciascuno di loro una busta nella quale gli stessi bambini avrebbero dovuto invitare i genitori ad inserire soldi.
Ma non basta, i bravi e volenterosi procacciatori di euro, hanno aggiunto una ulteriore valida motivazione per far sì che i pupi potessero meglio indurre a tale spesa anche i genitori più recalcitranti: “L’estrazione a sorte di un telefonino tra tutte le buste riconsegnate con i soldini…!”
AZZ, i nostri figli invitati-indotti fin dall’età di sei anni a partecipare a lotterie e “giochi” d’azzardo!
Bell’esempio!
Bella forma educativa!
Evviva le slot, le roulette, il poker, il bingo e il gratta e vinci ecc. ecc.
I nostri figli messi in contatto con personaggi che li inducono (a fin di bene!) ad assaggiare la “caramella drogata” di antica memoria, oggi presentata sotto forma di dipendenza collettiva alle suddette forme perverse di volontario spreco di risorse economiche.
Che lo facciano gli adulti, vaccinati e maggiorenni, è un problema sociale dibattuto ampiamente e spesso su questo giornale la cui disapprovazione ritengo, tuttavia, che debba essere considerata secondaria rispetto al diritto di ciascuno nel decidere quali comportamenti – purché leciti – voglia seguire nel corso della sua vita, ma che sia presentato ai nostri figlii e chieda loro soldi, un tizio che non conosciamo e per un progetto che non conosciamo adulandoli con la possibilità di vincere una lotteria… m’indigna e mi preoccupa.
… continua alla prossima settimana.
Alberto Liguoro
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