Il Dispari 20191021 – Redazione culturale

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Il Dispari 20191021

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Editoriale | “L’Estate con la parrucca” al Bookcity 2019

Il prossimo 16 novembre, nell’Aula magna della SIAM di Milano, DILA presenterà l’evento “Otto milioni” il cui focus sarà l’antologia di Arti varie “Magari un’emozione!” contenente, tra l’altro, alcuni brani tratti da miei racconti.
Con cadenza settimanale li pubblicheremo tutti in questa pagina augurandovi una buona lettura.

DAL LIBRO
Come i cinesi volume primo
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/come-i-cinesi-volume-primo/paperback/product-470699.html
IL RACCONTO
L’estate con la parrucca – Capitolo 1°

[…] Eravamo nei loro invisibili pianti, nelle loro mani di calli, sulle loro lingue asciutte, sulle fronti nere, nelle vite stanche.
Noi eravamo con fughe, sonni, amori, nel loro lavoro duro, noi, tutti.
Avresti voluto avere la forza di gridare “viva l’amore”, avresti dovuto avere il coraggio di stringerla tra le braccia ed amarla davanti a tutti senza vergogna, con passione. Avevo un desiderio enorme di ritornare a casa e dormire. Dormire. Dormire per tantissime lunghe ore prive di coscienza; fino a ricostruire una giornata fondata sul nuovo perno di una nuova coscienza.
Ricerca. Ossessione. Attesa. Ma non malinconia e noia. Meglio tristezza atavica ed assurdamente sentimentale.
Se sono mare lambisco gli scogli e non riesco a possederli. Se sono cielo disegno stelle e non le vedo. Se sono uomo mi sento uomo e non ne godo.
Soffro lo zelo di vivere la natura.

Bruno Mancini

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Franco Di Carlo: “Verrei volentieri a Ischia”

Liliana Manetti, opinionista di questa redazione, ha ottenuto da Franco di Carlo, poeta, professore e critico letterario, in esclusiva per il Dispari l’intervista che in parte pubblichiamo qui di seguito, e in parte pubblicheremo il prossimo lunedì 28/11.
Ringraziamo entrambi per la cortese disponibilità e siamo certi che questo incontro sarà prodromo di notevoli collaborazioni nel solco dell’arte e della cultura.
Franco Di Carlo è nato a Genzano di Roma nel 1952.
La sua vasta produzione letteraria è composta sia da diversi volumi di critica su personaggi illustri come Tasso, Leopardi, Verga, Ungaretti, Calvino, sulla Poesia abruzzese del ‘900, e sull’Ermetismo, sia da varie opere poetiche i cui titoli principali sono Nel sogno e nella vita, Le stanze della memoria, Il dono, senza dimenticare le raccolte di poemetti Tre poemetti, L’età della ragione, La Voce, Una Traccia, Interludi, L’invocazione, I suoni delle cose, I fantasmi, Il tramonto dell’essere, La luce discorde, Il pensiero poetante, La pietà della luce, Carme lustrale, La mutazione, Poesie per amore, Il progetto, La persuasione, Figure del desiderio, Il sentiero, Foné, Gli occhi di Turner, Divina Mimesis, nonché le sillogi poetiche Il nulla celeste, Della Rivelazione, La morte di Empedocle.
Hanno scritto di lui critici, poeti e scrittori famosi tra i quali: Anceschi, Asor Rosa, Bassani, Bevilacqua, Luzi, Macrì, Pasolini, Pedullà, Sanguineti, Spagnoletti, Spaziani, Siciliano, Sapegno, Zanzotto.

Liliana Manetti intervista Franco Di Carlo
Parte prima

D- Franco Di Carlo, lei, come intellettuale, ha una visione del tutto poliedrica: è scrittore, poeta, critico letterario, professore. Quali di questi ruoli le è più congeniale? Oppure occuparsi della cultura in questi ambiti differenti la mostrano in tutta la sua completezza a Lei che è un intellettuale a 360°?
R- Non farei questa netta distinzione: esistono gli scrittori e gli scrivani come ci suggerisce R. Barthes. Gli scrittori di versi, di racconti di romanzi, di teatro e gli scrittori interpreti, critici, che non sono altro che i continuatori ideali e reali, dei poeti, narratori ect.
Io seguo in questo senso la linea indicata da M. Blanchot e G. Genette. E mi considero un poeta-critico letterario e un critico-poeta. Un qualcosa che tiene insieme interpretazione, analisi e produzione, creazione. L’attività didattica ha praticamente accompagnato la mia vita per oltre quarant’anni: ed è stata convinta, consapevole, attiva e produttiva ed anche creativa, non solo come letterato ma anche in quanto docente ed insegnante.

D- Come definirebbe la sua poesia?
R- È fatta da pensieri poetanti, di poesia-pensiero di impianto filosofico e concentrata sul problema dell’essere (e del non essere) e quindi su quello dell’essere del “nulla”. Un nulla “celeste” e lucente come io lo definisco. Una poesia, perciò, ontologica ma che guarda anche con attenzione alla realtà del mito e alla sua sacralità.

D- Conosce l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ed è mai stato ad Ischia?
Vorrebbe venire nella nostra Isola e, tramite l’Associazione DILA, proporre una sua presentazione di un suo volume, oppure un suo intervento critico sulla nostra Isola?
R- No, sfortunatamente non conosco l’Associazione DILA, ma sì, sono stato ad Ischia, anche se più di 30 anni fa, invitato da un amico. Ero un ragazzo ed ho passato dei giorni delle ferie estive nella vostra meravigliosa isola.
Verrei molto volentieri a conoscere la vostra Associazione DILA appunto, magari, per una presentazione di un mio volume. Grazie infinite.

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Simbolicamente il volo

Nei miti, specialmente in quello di Icaro, il volo esprime il desiderio di sublimare, della ricerca armonica interiore e di superare i conflitti.
Il sogno di volare è più ricorrente nelle persone nervose, incapaci di realizzare i propri desideri, di uscire dal guscio, alzarsi e prendere il volo.
Più si intensifica il desiderio, più diventa angosciante l’incapacità di farcela e la vanità diventa colpa.
Il senso di un sogno in cui ci si avventa a volare finisce nell’incubo della caduta: espressione simbolica dei fallimenti reali, conseguenza ineluttabile di una falsa attitudine nella vera vita.
L’immagine del volo è un sostituto irreale dell’azione che bisognerebbe intraprendere.
Quando non sai, non puoi o non vuoi fare qualcosa chiedi che essa venga realizzata nei sogni, superandola.
La volontà e il sogno di volare sono da considerare come simbolo dell’ascensione sul piano del pensiero o della moralità: ma di una specie di ascensione immaginaria e velleitaria, non proporzionata ai bisogni e ai mezzi reali.
È strano costatare, in questa prospettiva analitica del simbolo, che i voli spaziali, i progetti interplanetari possono nascondere- nonostante l’intelligenza e l’eroismo di cui fanno prosopopea- l’incapacità delle grandi nazioni industriali di risolvere problemi umanitari sullo sviluppo economico e sociale.
Inconsapevolmente viene anche tradita un’intera psicologia collettiva basata sulla volontà di affermare il proprio potere nel cielo, che non fa altro che compensare l’impotenza vissuta sulla terra, nella vita.
Nella tradizione cristiana le ali simbolizzano lo spirito e tutto ciò che ha a che fare con la divinità. Questo tema ha origine nella teoria di Platone e fu usato sin dagli inizi della chiesa.
La Santa Scrittura parla addirittura delle ali di Dio e nei salmi si recita questa preghiera: “Coprimi con le piume delle tue ali e proteggi i tuoi fedeli sotto la loro ombra”.
Concludo augurandovi buona vita, serena e leggera come le piume.

Adriana Iftimie Ceroli

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Twitterone

1- L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” è lieta d’invitarvi alla conferenza e dibattito: “Impronte femminili senza frontiere e la rete Casa delle Erbe” con Carlo Signorini, Storico, erborista, esperto in piante medicinali.
Sabato 26 ottobre 2019 – ore 16.00 – Casa delle Erbe Malga Candriai – Strada di Candriai 4 (TN).
Analisi sul poco trattato, o considerato in modo improprio, riguardante la sofferenza della donna nella storia, in modo particolare nel periodo medioevale, il genocidio perpetrato nei confronti delle donne guaritrici, demonizzate come streghe.
Danila Frizzi, Responsabile Casa delle Erbe di Cimone.
Moderatrice Mariapia Ciaghi, editrice e giornalista di Il Sextante e di Eudonna,
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