Ischia Castello Aragonese: sequestrato il “Maschio” dalla Guardia di Finanza

Ischia Castello Aragonese: sequestrato il “Maschio” dalla Guardia di Finanza

Ischia Castello Aragonese: sequestrato dalla Guardia di Finanza

Ischia Castello Aragonese: sequestrato il “Maschio”

La Guardia di Finanza ha effettuata un’eclatante operazione di contrasto alla criminalità di carattere finanziario e tributario.

Agli arresti domiciliari è stato posto il noto 77enne commercialista napoletano Alessandro Gelormini (che in passato ha lavorato come fiscalista per l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino), Presidente del Consorzio Co.Tra.Sir. che gestisce il trasporto dei rifiuti tra l’isola d’Ischia e la Terraferma.

A tre imprenditori sono stati notificati gli arresti domiciliari per bancarotta ed evasione fiscale, tra i quali l’imprenditore Nicola D’Abundo, figura di primissimo piano nel settore dei trasposti marittimi operanti nel Golfo di Napoli.

Due militari della Guardia di Finanza sono indagati per corruzione, in quanto accusati di avere intascato una tangente da 4.000 euro da Gelormini affinché alterassero il contenuto di un verbale redatto all’esito di un controllo incrociato a carico di una società il cui titolare era cliente del commercialista.

Sono state sequestrate sette società, tra i cui beni risulta essere disponibile anche il “Maschio” del famoso Castello Aragonese di Ischia, simbolo dell’isola e meta continua di migliaia di visitatori.

In totale assomma a circa 40 milioni di euro il valore dei beni sequestrati.

Infatti, oltre alla porzione edificata sul Castello Aragonese di Ischia, sono stati  sequestrati anche un immobile nell’isola di Capri e vari stabili tra Napoli e Roma.

Ischia Castello Aragonese: sequestrato il “Maschio” dalla Guardia di Finanza

Ischia Castello Aragonese: sequestrato dalla Guardia di Finanza

A quanto pare l’indagine andrebbe collegata ad un’inchiesta nella quale è coinvolto un magistrato, Enrico Caria (finito agli arresti domiciliari ad aprile scorso con l’accusa di aver veicolato nomine di consulenze in cambio di favori) operante sia nella sezione fallimentare del tribunale di Napoli Nord e sia in quella di Santa Maria Capua Vetere.

Si tratta del primo bilancio, tuttora provvisorio, dell’operazione eseguita in queste ore della Guardia di Finanza di Napoli coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord (Caserta) tramite la quale sono state svelate alcune attività di carattere criminali attuate dal notissimo professionista napoletano Alessandro Gerolmini, il quale, stando alle accuse, operava in modo tale da svuotare gli interi patrimoni di società in difficoltà finanziaria, praticamente ormai insolventi, prima di rendere formalmente attiva la dichiarazione di fallimento, commettendo, tra l’altro, anche una lunga serie di reati tributari.

Ischia Castello Aragonese: sequestrato

Il suddetto commercialista è inoltre accusato di aver versato un compenso monetario a due militari della Guardia di Finanza con il preciso scopo di indurli a modificare un verbale di accertamento che avrebbe potuto essere utilizzato dalla magistratura per denunciare in sede penale un suo cliente.

Pare, infine, come si legge in una nota diramata dalla Procura della Repubblica, che il commercialista abbia  “frodato lo stesso suo cliente trattenendo per sé parte dell’illecito compenso”.

La Procura della Repubblica di Napoli Nord rende noto che, in totale, allo stato dell’operazione, sono sette le società individuate dalla Guardia di Finanza detentrici di patrimoni illegali e che,  nei confronti dei due finanzieri, “sono in corso di esecuzione misure coercitive”.

Ischia Castello Aragonese: sequestrato dalla Guardia di Finanza

Ischia Castello Aragonese: sequestrato dalla Guardia di Finanza

Per Aurora volume terzo

Così o come

CAPITOLO TERZO

C’era una volta ed ora non c’è più, è una espressione di dolore dissimulato, la maniera atavica di considerare una perdita, qualsiasi essa sia stata, al pari di un accadimento ineluttabile, una forza del destino, una scelta divina, a secondo delle diverse dottrine alle quali ci si voglia rapportare.

C’era una volta ed ora non c’è più, è comunque una frase meno sferzante e dolorosa di: c’erano una volta ed ora non ci sono più.

Meno sotto tutti gli aspetti: quantità, certezze, valori.
Non sempre è possibile accertare, per singoli eventi, quanti siano stati coloro che “C’erano!”.

Nel tentativo d’identificare chi o cosa valga l’affetto che gli dedichiamo, e ne sia degno fino al punto da meritare l’inserimento nel nostro personale elenco speciale dei “C’erano!”, dobbiamo ricostruire molte difficili certezze.
Non sono certo che esista, per ogni situazione, uno specifico sistema adatto a farmi assegnare valore alle univoche diversità, nel caso in cui esse rappresentino i tanti o tante che “C’erano!”

“Così o come”: così trama e dubbio (sempre lui), o come da rivolo a torrente, il mio segreto addio saluta le PINETE D’ISCHIA.

C’erano.
Grazie ai miei amici ed ai miei nemici, se mai ne ho avuti degli uni e/o degli altri, le PINETE D’ISCHIA non ci sono più.

Proseguendo nella particolare marcia per l’avvicinamento alla efebica idea del racconto di uno spacco inciso tra le facce, di Ischia e degli ischitani, che ho amato in maniera inconsapevole, mi piombano addosso, scostumati, i canneti a ridosso delle distese sabbiose che merlavano con ricami inconsueti i bordi tra l’isola e il mare.

Era esaltante la solitudine di ascolti, tra venti e risacche, dei fruscii di lucertole verdognole e d’innocue bisce in contrappunti, duetti e contrasti con i battiti delle ali di calabroni simili ad elefanti, o di vespe ed api più veloci degli elicotteri modello da battaglia.

Ero lì.
Io c’ero.

Forse cercando vermi da usare come esche sulle trappole per uccelli, direbbe il diavoletto.
Assaporando la prima dose di una poesia drogante mai più dimenticata, direbbe il santarello.
Partecipando ad una irripetibile esplosione di schioppettante bellezza, direi io.
Così trama e dubbio, come da rivolo a torrente, il mio segreto addio saluta i CANNETI D’ISCHIA.
C’erano.

Grazie ai miei amici ed ai miei nemici, se mai ne ho avuti degli uni e/o degli altri, i CANNETI D’ISCHIA non ci sono più.

Vorrei poter cambiare almeno il corso delle mie giornate per farle iniziare dalla sera e cessare all’ora di pranzo, trasformando in sonno la pennichella pomeridiana, ed in attiva fioritura le faticose ore che le notti attuali concedono alle mie vibrazioni.

Questo racconto semplice come può essere la ricostruzione, mentre sono bendato, bendato, del mio profilo nasale, apparentemente svogliato, privo di fronzoli e inganni né più né meno di Cappuccetto Rosso, ma, in effetti, affaticato dai problemi che torcono i sogni in desideri, che intrecciano passioni ed affetti, ricordi e realtà, il nostro andare in carrozzella ed il tiro del cavallo, questo racconto mi chiamerebbe fazioso sfuggente incompleto se non menzionassi la perla nera di tutti gli abissi che sono stati perforati con malvagità ed abusivismo sulla pelle e nel cuore della mia isola.

L’orca marina uccide per sopravvivere.
Il leone marino di oltre due quintali, caccia con volteggi essenziali.

“Così o come” un rudere, nel tempo delle PINETE e dei CANNETI, il CASTELLO sprigionava il lezzo dei morti ammazzati in tentativi di conquiste e difese, i profumi di spezie cortigiane e principesche, gli odori unici ed irripetibili di mirti o di muschi trasportati da brezze contrastanti tra ceneri vulcaniche e spruzzi d’onde sfacciate, gli effluvi per nulla evanescenti di sterco di muli e cavalli, i vapori solfurei della grotta deposito per polveri da sparo, il fumo della bestia rosolata a fuoco lento nel cortile delle feste.

“Così o come” un simbolo, nel tempo delle PINETE e dei CANNETI, il CASTELLO scopriva senza civetteria il suo interno, ove, rinchiusi racchiusi socchiusi, mitiche alcove, ruderi anonimi, antiche fortezze e nuove prigioni, in alcune notti fungevano da segreto richiamo per giovani coppie in cerca d’ispiranti atmosfere amorose, nei giorni di festa si confacevano a lussureggiante baita per famiglie in gita domenicale con la classica frittatina di maccheroni avvolta in due piatti ed una salvietta, e, non tanto raramente, si prestavano ad accettare il ruolo di solitario rifugio per sperduti intellettuali scappati dai disincanti di schematici palazzi cittadini.

“Così o come” una gioia, nel tempo delle PINETE e dei CANNETI, il CASTELLO offriva la luminosità dei nostri orizzonti naturali sparsa senza ritegno sulle profonde tracce lasciate nella rocca maniero da eventi impetuosi e passionali. Per ora basta così!

CASTELLO ARAGONESE IL CASTELLO D’ISCHIA.

Volete un residence, un ascensore, un botteghino, un ristorante, un cannocchiale sul golfo, volete una scia di storia coperta da muraglie di cemento, volete un isolotto bucato come una gruviera, squassato da malte e laterizi, illuminato con i fari ed i laser dei by night, stordito da urli urlacci musica musicaccia, volete una Vostra eredità intangibile trasformata in affare turistico: ecco a Voi IL

CASTELLO ARAGONESE D’ISCHIA.
Oggi potete chiamarlo “IL CASTEL LETTO”.
Albergo a “?” stelle.
“Così” trama e dubbio, “come” da rivolo a torrente, il mio segreto addio saluta il:

VECCHIO BALUARDO ARAGONESE, CASTELLO D’ISCHIA.

C’era.
Grazie ai miei amici ed ai miei nemici, se mai ne ho avuti degli uni e/o degli altri, il CASTELLO ARAGONESE D’ISCHIA non c’è più.

Bruno Mancini

Chi incassa 5 MLD$ multa Facebook? Vergogna:Facebook lucra illegalmente su di NOIe “altri” ma non NOI incassano la multa da 5 MLD imposta dalla Federal Trade Commission (Ftc)!

Presidente Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

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DILA

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