Il Dispari 20220530 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220530 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220530

Mauro Montacchiesi recensisce la poesia

AGLI ANGOLI DEGLI OCCHI di Bruno Mancini

Agli angoli degli occhi
sotto pigrizie amiche
prepara a morte
nostalgia.
Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.
Cambia
se non adesso
a morte.
Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile.
 
Agli angoli

Gli angoli sono le fondamenta di un edificio, che collegano e consolidano due muri al loro luogo d’incontro, tuttavia si incontrano persino sul vertice, in cui perfezionano l’edificio e contemporaneamente lo tengono unito.

Gli angoli sono, per similitudine, l’alfa e l’omega, il principio e la fine.

Essi sono l’Uomo, in questo caso l’Uomo Poeta Bruno Mancini, che aspira a trasformarsi, a proiettarsi sulla scala macrocosmica dell’Universo.

Degli occhi

Animi est enim omnis actio et imago animi vultus, indices oculi.

Ogni azione parte dall’anima e il volto è l’immagine dell’anima, gli occhi ne sono gli indici. (Cicerone).

Gli occhi sono gli indici rivelatori dell’anima del Poeta, gli angoli ne sono l’Alfa e L’Omega, l’anelito di abbandonare il microcosmo (l’IO) e di proiettarsi nel macrocosmo (il NOI).

Sotto pigrizie amiche

Amiche, perché la pigrizia (le pigrizie) può essere un illusorio stato di quiete, di rilassatezza, ma, invero, è una fase di diminuzione della fiducia in sé stessi, un nichilistico, manicheo odi et amo nei confronti del successo totale.

Prepara a morte nostalgia.

La nostalgia (gr. νόστος = ritorno e άλγος = dolore), il dolore del ritorno al passato, il desiderio di tornare a vivere ciò che è stato, prepara a morte, alla trasformazione in divenire.

La nostalgia (l’IO), un’ancora del passato che inutilmente tenta di frenare, di rallentare, di impedire l’ineluttabile morte, la metamorfosi nel NOI.

Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.

Rapidamente appaiono e scompaiono, ripetutamente flashback, rievocazioni di un passato ormai cristallizzato.

Cambia
se non adesso
a morte.

Essere o non essere. Cambiare o non cambiare.

è questo il momento di decidere se cambiare oppure no.

Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile.

La Viola del pensiero, chiamata anche Viola tricolor, è un’ affascinante pianta da fiore, nota in tutto il mondo quale emblema di amore profondo, dal momento che, conformemente al mito, una freccia di Cupido finì su questo fiore.

L’amore profondo del Poeta può ancora muoversi, andarle accanto.

La copertina del libro, con la sua policromia, con il suo modellato, è riflesso d’inquietudine interiore.

Il Poeta si sente una corteccia vecchia e inutile.

La corteccia, gli indurimenti della vita, l’apparenza che non permette di penetrare nella sostanza delle cose, del Poeta.

È un momento esistenziale e lei vedrà veramente una corteccia vecchia e inutile?

Il cuore dice che il suo amore riuscirà a penetrare l’essenza delle cose, del Poeta.

Post nubila Phoebus/Dopo la pioggia c’è il sole.

Mauro Montacchiesi

https://en.wikipedia.org/wiki/Mauro_Montacchiesi

1° Premio LETTERARIO “VOCI – CITTÀ DI ABANO TERME” ed. 2014 per l’e-book “Làbrys-Opus Hybridum de Labyrinthismo”, Aletti Ed. – 1° Premio 2015 AIAM (Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma) PREMI CULTURA MEDUSA AUREA – Premio alla carriera letteraria al Premio Europeo Clemente Rebora di Roma 2018-19  – 1° Premio “Emozioni Poetiche” 2019 al Castello di Verrone con “Nell’essenza del nulla- 1° Premio Marchesato di Ceva di Cuneo con “La vita è amore” – 1° Premio letterario nazionale della VII edizione “Scriviamo insieme” con il libro “De Arte Atque litteris” 2017 – 1° Premio sezione Fiction Book Premio Il Litorale.

 

REDAZIONE | Angela Prota nella Nazionale Cantanti Lirici DILA

 Come vi abbiamo anticipato nelle settimane scorse, iniziamo oggi a presentarvi gli Artisti che sono entrati a far parte del progetto culturale artistico e sociale “Nazionale Cantanti Lirici DILA”, voluto dalla compianta Paola Occhi nella sua qualità di Ambasciatrice della Pace per conto dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.

 

La Soprano Angela Prota è figlia d’arte in quanto suo padre, Francesco Prota, ha riscosso notevoli successi nel campo del canto lirico, determinando per lei un destino di interprete del “bel canto”.

Il talento, con studio intenso e passione, hanno definito il suo passaggio nel campo professionistico

Dal classico all’opera lirica italiana e straniera, dal jazz al rock sinfonico, sono tutti generi musicali nei quali Angela Prota si è esibita riscuotendo applausi dal pubblico e i consensi della critica.

Nell’arco del suo percorso artistico musicale, ogni autore cha ha interpretato le ha insegnato qualcosa di importante dal punto di vista stilistico, con particolari riferimenti alle diverse epoche.

Numerosissime sono state le tappe significative da lei raggiunte.

Appena diciassettenne, ha vinto il concorso per giovani cantanti lirici a Palermo, entrando così nell’albo d’oro del Teatro Massimo, accanto a nomi come Lucia Valentina Terrani e Katia Ricciarelli.

Si è diplomata con il massimo dei voti e con la lode al Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli e, subito dopo, ha iniziato ad eseguire concerti ed opere in forma oratoria nel Nord Italia, prima di entrare nel mondo musicale Sancarliano, ove si è distinta, sempre come solista cantante, in vari gruppi strumentali.

Ha lavorato per il comune di Napoli nei migliori Teatri Napoletani, come il Mercadante, il Bellini, il Sannazzaro e, nelle piazze più prestigiose della città, come Piazza del Plebiscito e Piazza dei Martiri.

Nell’auditorium Rai ha eseguito brani tratti dal Requiem di Verdi e Negro Spiritual per la strage di Bologna.

Per circa un anno è stata impegnata in registrazioni per la Rai, doppiando, con la sua voce, una nota attrice.

Ha lavorato con il grande concertista di jazz, di livello internazionale, Giorgio Gaslini, che le rese molta notorietà.

All’età di 24 anni ebbe modo di esibirsi in concerti a Dallas, in America, calcando le scene di vari Teatri ed Università, diretta da Ferdinand Liva.

Nel 2017 la troviamo a Panama per omaggiare, col suo canto, sia l’Ambasciatore italiano Apicella, sia il Ministro del Guatemala.
Vi sarebbe ritornata se la pandemia non glielo avesse impedito.

Angela Prota ha vinto numerosi premi come artista eclettica ed originale riuscendo, ottimamente, a miscelare vari stili musicali che hanno rappresentato, per la sua fervente sensibilità, lo stimolo giusto alla ricerca del suono nei suoi aspetti più intrinseci.
Nel 2018 poi, per la pace nel mondo, ha cantato al Pincio di Roma, con artisti provenienti da tutto il pianeta.

Rai tre ha ripreso spesso le sue esibizioni.

In questi giorni è impegnata nello studio e nella registrazione di alcune canzoni che il Maestro Roberto Prandin (Autore, tra l’altro, dei brani con i quali L’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ha presentato nel 2017 e nel 2018 alcuni suoi eventi nel Museo MUDEC e nell’aula magna della SIAM di Milano in occasione della rassegna internazionale BookCity) ha scritto su testi tratti dalle poesie di Bruno Mancini.

Angela Prota non ha voluto dare ufficialità alla notizia… ma noi di IL DISPARI diamo per scontato che lei li eseguirà in concerto a Ischia non appena ci saranno le condizioni adatte ad una simile esibizione.

Benvenuta Angela da tutta la Redazione di questa pagina culturale.

Il Dispari 20220523

Recensione di LUCIANA CAPECE

NAPOLI PUNTA DI DIAMANTE

Il trascorso di Napoli come città, si basa sulla storia antica, che vede la sua espansione sotto i riflettori di una civiltà proveniente da popoli diversi.

Essa ha subìto variegate pressioni, guerre bizantine e malattie, apportando periodi di declino economico, con riprese graduali nel tempo.

Più volte sottoposta al tremore del risveglio vulcanico <Sua Maestà il Vesuvio> colosso dal respiro pulsante.

Una vera attrazione fotografica mondiale.

Napoli, come una medaglia appesa al petto, ostenta il (Palazzo Reale di BORBONE) in magna Piazza Plebiscito, dove ancora oggi arredi, tendaggi, oggettistica, quadri, porcellane e dediche, narrano la vita politica, svoltasi alla fase epocale del < Regno Delle Due Sicilie > e non solo!

Il suo riuscire nelle imprese è dato nel renderla una perla di nicchia nel mondo, dovuto alla ferrea costanza dei cittadini che, senza tradirne le abitudini, con secretato amore, serbano l’attuale linguaggio partenopeo cui l’ idioma secolare nè attesta l’originalità! E nonostante il sequenziale cambiamento di nuovi modelli espressi con stile artistico, si vuole distinguere nella sostanza dei suoi valori.

Indiscutibile l’Arte che la circonda, Monumenti e Basiliche dedite al progresso delle epopee che furono, segnano episodi di materialismo palese.

L’ Università al presente FEDERICO II° è il cardine della sublimata CULTURA E LETTERATURA ove, mio Marito con fierezza tributò il suo onorato servizio dal 1987 al 1989.

Imponente (Maschio Angioino) fortezza con bastioni e torretta circolare domina la città e ne campeggia il vero Primato!

Con S. Gennaro e votive edicole nei quartieri, si fonde l’unione tra misticità e tradizione.

(La Galleria Principe Umberto) prezioso portico dedicato al Re D’ Italia, con i suoi decori a rilievo orna i centri commerciali ospitati all’ interno, affiancata da scalinate che ne denotano l’ entrata e l’ uscita.

Napoli esprime una bellezza coinvolgente, richiama Artisti planetari bensì ne abbia generato di idilliaca celebrità.

I Commediografi Attori di spessore Eduardo e Peppino De Filippo -il Mitico Totò- i Super Cantautori Roberto Murolo – Renato Carosone – Sergio Bruni – il Grande Tenore Enrico Caruso etc. ove col Teatro S. Carlo i Tenori di fama Internazionale hanno reso magica la loro voce nella soavità del firmamento.

Cui (O SOLE MIO) l’Inno alla città più baciata dai raggi solari, conferma quella bellavista meravigliosa nell’insieme LA COSTIERA AMALFITANA e incornicia una cartolina dai colori unici nella geografia italiana.

Napoli città ospitale a me cara, vissuta nel periodo vacanziero, ove visitando i suoi gioielli imperituri ha suggellato nel mio cuore, una pagina culturale senza fine.

Luciana Capece e Milena Petrarca

Scrittrice – Poetessa Saggista – Aforista – Prefatrice – Critico Letterario – Critico Teatrale –Recensionista, Luciana Capece, vincitrice della sezione POESIA della nona edizione del premio internazionale OTTO MILIONI con la poesia “Il cielo incenerito”, da oggi, entra a far parte della Redazione di questa pagina culturale, e sarà graditissima ospite dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” durante uno degli eventi programmati nella Biblioteca Antoniana durante il prossimo periodo estivo.

 

SILVANA LAZZARINO autrice di “Nel mio destino”

Un romanzo di seduzione, ossessione, mistero e…

 Spesso il destino riserva sorprese inaspettate.

Non si può essere sempre consapevoli di ciò che si cela nel proprio animo e in quei luoghi silenziosi della mente dove abitano stralci di percezioni che accompagnano ogni individuo fin dall’origine di questa esistenza.

D’improvviso queste percezioni si riaccendono facendo emergere moti emozionali e desideri talora indicibili e imprevedibili.

è’ quanto accade alla bella e sensuale Miranda protagonista del romanzo “Nel mio destino” (Kairos editore) quarantenne, sposata con Riccardo comandante di aerei con il quale ha un figlio adolescente appassionato di calcio e violino.

A scuotere la monotona eppur significativa vita dell’affascinante e brillante Miranda, determinata nell’affermarsi come ricercatrice nel campo dell’archeologia presso l’Università di Roma dove non mancano possibili prospettive per la sua carriera, sono due incontri che suscitano in lei nuove vibrazioni e desideri che rapiscono completamente il suo corpo e la sua mente quasi da non riconoscersi in quella nuova Miranda.

Eppure, la scoperta dell’altra sé, la mette innanzi a sensazioni mai provate prima che con grande coinvolgimento condivide quasi parallelamente con i due amanti.

Ma anche il marito pilota nei suoi scali tra Roma e Bangkok si lascia incantare da una giovanissima donna tailandese pronta a donarsi completamente a lui con amore sincero.

Dapprima centro del desiderio di Giorgio il bel giovane tenebroso ventottenne e poi di Roberto l’imprenditore cinquantenne dal sexappeal irresistibile anche per quegli occhi color ghiaccio magnetici, Miranda non può sapere di essere preda di due personaggi dalla mente distorta, accomunati da una certa maniacalità e abilissimi nel loro gioco di potere e seduzione, specie il secondo da cui la donna viene totalmente ipnotizzata senza immaginare di ritrovarsi completamente….

Diverse scene del romanzo si soffermano nel tratteggiare, con descrizioni a tinte hard, gli incontri della protagonista con i due uomini.

Pagina dopo pagina l’intreccio da romanzo “rosanero” avvolgerà il lettore sempre più, invitandolo a non fermarsi in questa carrellata di fotogrammi che scorreranno innanzi a suoi occhi… e potrà vedere Miranda e i suoi amanti come fossero in un film.

La prima presentazione di questo avvolgente romanzo sarà a Napoli il 27 maggio 2022 alle ore 17.30 presso la Libreria Raffaello (in Via Kerbaker. 35).

Anche Ischia, tramite l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” conoscerà le vicende di Miranda in un evento organizzato da Chiara Pavoni, con la presenza dell’Autrice, in una delle Case di Cultura DILA attive sull’isola.

Redazione DILA

Dalla raccolta di poesie “Davanti al tempo”

scritta da Bruno Mancini a Ischia 1960-1962 (circa)

Ove non fossi stato specchio di allodole

 

Ove non fossi stato specchio di allodole
roso da tarli
o solo canto di sirena
se mai una voce d’innocenza avessi udito
senza tristezza
ad invocarti
allora adesso
fortissimo
nel cielo il grido mio
oh libertà
starebbe a rompere anime pigre.
O tu sei dio
od io
orrendo nulla.

 

 

Il Dispari 20220523 – Redazione culturale DILA

Mauro Pietro Paolo Montacchiesi | LA POETICA DI BRUNO MANCINI

 

La poetica di Bruno Mancini sprigiona luminose scintille di feconda creatività, intona squillanti acuti di ardente pathos, raggiunge floridi apici di effervescente vivacità.

Un dettato lirico il suo, che, con una certa frequenza, indugia su questa naturale realtà immanente, perché esclusivamente spingendosi in profondità del suo senso, concedendole sensibile accoglienza nella mente, si può raggiungere lo scopo di un maggiore sentimento di solidarietà umana, di comprensione e di indulgenza verso gli altri.

Bruno è un vate, ovvero un profeta lirico, d’intensa, d’idealistica illuminazione, che, con rilevante magistero, con consistente ritmo, con intenso fervore, nell’universo circostante irradia la sua energia totalizzante, la sua veracità istintiva.

I sentimenti dell’Artista estrosamente si amalgamano nella loro più elativa concezione lirica, in uno scenario sublime che considera l’umano sentire.

Bruno Mancini è il regista di una rappresentazione scenica in soluzione romantica, ora idealista ora sentimentale, in cui si alternano gioie e dolori, che il regista-poeta denuncia e filma in immagini che si propagano nelle eco di confessioni, di emozioni in divenire.

L’estetica versificatoria di questo poeta è lessicalmente, idiomaticamente policroma, eclettica, un fantasmagorico caleidoscopio di emozioni.

Bruno è un funambolo che, con accattivante brio, si esalta nei virtuosismi di appassionanti parole.

La sua genialità consiste nel dare forza e senso ai suoi afflati, tanto da veicolarli, emotivamente, vividamente, come onde radio ad alta frequenza.

Il suo repertorio poetico è un sentiero intarsiato di gemme eterocromatiche, un divenire che trascende il tempo.

L’Ischitano di frequente ricorre alla riproposizione verbale, onde apportare ai suoi versi maggiore armonia, come pure per metterne in evidenza, con eleganza, la valenza semantica.

Valenza di frequente distinta, in considerazioni dissimili, poetando non esclusivamente con contenuti autoreferenziali, bensì innalzando sé stesso a grande nobiltà di spirito, in virtù delle sue analisi e delle sue meditazioni relative a variegate, oggettive rappresentazioni tematiche.

L’estetica manciniana è trapunta di orfismo, di ricami magicamente, evocativamente lirici.

Da una lettura psicologica della poetica di Bruno Mancini, si può ipotizzare che sia stato molto autonomo e allo stesso tempo amichevole con tutti, escludendo qualsiasi preconcetto e con una decisa concezione di equità sociale.

Per questa ragione è stato alquanto idiosincratico verso gli schemi dettati dalla società.

Con considerevole energia egli ha sempre aspirato a reificare le convinzioni riformiste che ha acquisito in gioventù.

Una necessità congenita d’indipendenza potrebbe tuttora arrecargli qualche complicazione relazionale in generale.

 

ESTDEUS IN NOBIS, AGITANTE CALESCIMUS ILLO

C’É UN DIO DENTRO DI NOI E CI SCALDIAMO PE

RCHÉ EGLI CI AGITA

(Ovidio-Fasti-VI-5)

 

Mauro Montacchiesi

https://en.wikipedia.org/wiki/Mauro_Montacchiesi

1° Premio LETTERARIO “VOCI – CITTÀ DI ABANO TERME” ed. 2014 per l’e-book “Làbrys-Opus Hybridum de Labyrinthismo”, Aletti Ed. – 1° Premio 2015 AIAM (Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma) PREMI CULTURA MEDUSA AUREA – Premio alla carriera letteraria al Premio Europeo Clemente Rebora di Roma 2018-19  – 1° Premio “Emozioni Poetiche” 2019 al Castello di Verrone con “Nell’essenza del nulla- 1° Premio Marchesato di Ceva di Cuneo con “La vita è amore” – 1° Premio letterario nazionale della VII edizione “Scriviamo insieme” con il libro “De Arte Atque litteris” 2017 – 1° Premio sezione Fiction Book Premio Il Litorale.

 

Sei poesie scelte da Mauro Pietro Paolo Montacchiesi come epitome della
produzione poetica di Bruno Mancini

Alla carezza gelida

Rive odorose d’alghe;
sabbia,
costrutta forma di castello
dalla fantasia fanciulla,
pregna di sole
e di sapore di pesce;
vento compagno
di lunghe solitudini;
soffio della mia vela
quand’era suo dominio il mare,
quando sognavo nella tua ebbrezza regni;
acque
da assiduo moto
risospinte a riva
sui miei piedi
docili
alla carezza gelida;
acque,
insensate,
indomite,
voraci,
gracili giganti deformati
dalla fantasia del tempo:

necessità di sonno
al ritorno.

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Alt

Cercano i cocci,
passi fasciati da bende adesive
nel bivio carboni-diamanti;
scoprono tagli
mani guantate di pelle umana
nel segno del cenno addio;
la mente respira affanno
all’apparire del gatto nero
lemme lemme
scodinzolante
in moto felino
lento lento,
e sono io che punto verso il centro
tenuto fermo, in bellavista oscena,
dal palo del semaforo
sempre e per sempre immobile
sul tuo colore rosso.

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Amico

Ho poco tempo
per essere
la copia antica
di me stesso,
o come bianca leggenda
attesa
da voce di grotta
sommersa
tra chele e aragosta
insinuante
e danze d’alga
incerta
e flussi di onda
nebulosa.

Mi punge una figura
di uomo nudo
col volto incastonato
da denti spezzati,
e un cuore in mano.
C’è ancora,

se voglio
un goccio di pazienza.

——-°°°°°°°°°°—————

Agli angoli degli occhi

Agli angoli degli occhi
sotto pigrizie amiche
prepara a morte
nostalgia.
Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.
Cambia
se non adesso
a morte.
Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile.

——-°°°°°°°°°°—————

Ai comodi abbandoni

Ai comodi abbandoni
di sbalzanti ascensori,
vorticose bellezze
di scale acchiocciolate

Voglio la mia.

Per assurde ambizioni
m’invento atroci ossessioni:
orridi
oscuri oblii.

Voglio la mia
aspra e bollente.

Dalle false fattrici di misteri
insufficienti compromessi,
o principi
o Caini.

Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle.

I veri architetti della vita
dileggiano
con i loro antichi ermetismi,
o corde o grotte o celle.

Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle,
che sia la mia

Imbrigliati da enigmi
di torpori,
risvegli imbarazzanti
osteggiano.

Voglio la mia fantasia
aspra e bollente
negra
e ribelle,
che sia la mia,
in fuga solitaria.

——-°°°°°°°°°°—————

Albore

E sono passate le tre
e sono
passate.
Ti manca l’attesa
– ricordo le notti –
resisti agli affetti
– più certa di me –
rovisti:
e a poco
la luna seduta sul mare.

Bruno, Mancini

DILA

NUSIV