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+39 3914830355 tutti i giorni dalle 15 alle 23

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Bruno Mancini è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni.

A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembravano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
Anche se aggiunge, con molta auto ironia e con un pizzico di provocazione:

Le mie primissime esternazioni poetiche le ho espresse in tenerissima età, quando ancora non avevo pronunziato per la prima volta la parola mamma, ed alla fine di ogni abbondante poppata liberavo graziose ispirazioni poetizzando mediante dei rimati vagiti“.

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Bruno Mancini scrittore

Brevi commenti amichevoli ricavati dalle varie recensioni ai suoi libri pubblicati:

“Vedo una folla che si muove compatta verso un’unica meta guidata dagli incitamenti di colui che punta il dito ed una penna, che crea volti per i sentimenti.”

“…si fondono nell’intero componimento in una prospettiva ampia che contempla l’umano, l’umano cammino. Ed è una Commedia, una Commedia divina in chiave poetica, in versi che sento anche io estremamente dolorosi, con il preciso intento di affidarli alla penna , che non li disperda ma li urli e li renda in qualche modo eterni”.

“… lodo quel senso di eco lontano che riverbera le parole enfatizzandone i concetti”.

“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”

“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”

“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”

“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”

“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”

“…seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”

“…lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”

“ Bella poesia, con alti picchi in termini d’emozione e intensità.”

“…sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”

“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”

“Ed io invece, Bruno, ho letto a ritroso, prima la seconda parte, bellissima, ed ora la seconda, altrettanto splendida. Senso o non senso è una poesia dal forte impatto emotivo. Giochi con il lessico e le iterazioni, che adoro, ed è questa una delle poesie più belle che abbia letto qui dentro, quel genere di poesia che cerco e difficilmente poi trovo.
Mi domando come mai non ti abbia scoperto prima, Poeta??!!”

“Una poetica lacerata e sfuggente…”

“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”

“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”

“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”

“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”

“Sì, lasci molto lavoro a chi legge, eppure questo mi affascina della tua poesia, la afferri e ti sfugge: in essa ti perdi ed allora ti turba… e cerchi il senso e lo cogli e ti lascia poi subito in dubbio. Ma il dubbio stimola, ti coinvolge … Sperimentalismo? Se lo è, come credo, ben venga; io lo adoro.
Bravissimo. Vero artista.”

“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi…”

Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
ricamo sulla brina
imprimere.

Al sole tenero
Vederla piangere di gioia

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Bruno Mancini è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni.

A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembravano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
Anche se aggiunge, con molta auto ironia e con un pizzico di provocazione:

Le mie primissime esternazioni poetiche le ho espresse in tenerissima età, quando ancora non avevo pronunziato per la prima volta la parola mamma, ed alla fine di ogni abbondante poppata liberavo graziose ispirazioni poetizzando mediante dei rimati vagiti“.

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“Vedo una folla che si muove compatta verso un’unica meta guidata dagli incitamenti di colui che punta il dito ed una penna, che crea volti per i sentimenti.”

“…si fondono nell’intero componimento in una prospettiva ampia che contempla l’umano, l’umano cammino. Ed è una Commedia, una Commedia divina in chiave poetica, in versi che sento anche io estremamente dolorosi, con il preciso intento di affidarli alla penna , che non li disperda ma li urli e li renda in qualche modo eterni”.

“… lodo quel senso di eco lontano che riverbera le parole enfatizzandone i concetti”.

“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”

“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”

“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”

“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”

“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”

“…seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”

“…lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”

“ Bella poesia, con alti picchi in termini d’emozione e intensità.”

“…sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”

“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”

“Ed io invece, Bruno, ho letto a ritroso, prima la seconda parte, bellissima, ed ora la seconda, altrettanto splendida. Senso o non senso è una poesia dal forte impatto emotivo. Giochi con il lessico e le iterazioni, che adoro, ed è questa una delle poesie più belle che abbia letto qui dentro, quel genere di poesia che cerco e difficilmente poi trovo.
Mi domando come mai non ti abbia scoperto prima, Poeta??!!”

“Una poetica lacerata e sfuggente…”

“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”

“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”

“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”

“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”

“Sì, lasci molto lavoro a chi legge, eppure questo mi affascina della tua poesia, la afferri e ti sfugge: in essa ti perdi ed allora ti turba… e cerchi il senso e lo cogli e ti lascia poi subito in dubbio. Ma il dubbio stimola, ti coinvolge … Sperimentalismo? Se lo è, come credo, ben venga; io lo adoro.
Bravissimo. Vero artista.”

“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi…”

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Bruno Mancini Biografia

TEATRO

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Bruno Mancini

Poesie

Segni tutte le poesie

SEGNI

L’ASPRA VICISSITUDINE

I TUOI OCCHI

IO ERO UNA BESTIA RARA

SOCCHIUDIAMO LE PORTE

LA ZINGARA PARLA

TRE QUASI POESIE PER IGNAZIO

TEATRO

M’hanno dato di fare a meno di Cristo
:
(leggere sussurrando “ : = cioè di
– due punti uguale cioè di – ” . )
anatema, dogma, mistero,
misticismo, regno,
olocausto
trascendente, immanente, paradiso.
O anche:
amore,
procreazione,
tradimento,
domani, oggi, sempre.

Non mi serve la terra
?
(come prima “ ? = quale –
punto interrogativo uguale quale – ” .)
vittoria, legge, certezza,
verismo, gente,
teorema,
opportunismo, materialismo, inferno.
O pure:
io,
contento, anche voi qui
scegli, sciogli, sbrogli.

Amare
!
(sempre ancora “ ! = già –
punto esclamativo uguale già – ” .)
ancestrale, perso, tutto,
accettami, servo,
sentimenti,
psicologia, simbologia, limbo.
Così:
vorrei
insieme a te
liberi da tutto
amare non dire solo amore.

Letteratura
Purifica il peccato originale!
Chi era costui?
La terra è: terra.
Cerchiamo di renderla migliore!
Ma cosa vuol dire amare?

Poesia
1 Parliamo domani
2 Se pure così fosse
3 Senza non voglio.

Jeanfilip

DISSERTAZIONI

SONETTO NOTTURNO

UN’OMBRA

LA NOTTE È FINITA

SCOPRIRONO

EUTANASIA

TEMPO

EQUIVOCO

POVERO AMORE MIO

SPIGOLO

UNA STORIA DI TROPPO

L’INGANNO DI IGNAZIO

MARCO TULLIO BARBONI ALLA RASSEGNA “LIBRI IN TEATRO” A SALERNO

Marco Tullio Barboni, sceneggiatore e scrittore di successo, ha ricordato il grande cinema in occasione dell’evento dello scorso9 aprile dove si è affrontato il legame tra letteratura e cinema

Alla Rassegna “Libri in Teatro” di cui Francesco Grillo è il direttore artistico, svoltasi lo scorso 9 aprile a Salerno tra i protagonisti  anche lo sceneggiatore e scrittore MARCO TULLIO BARBONI. Ad accogliere questo personaggio di spicco, figlio d’arte, proveniente da un’illustre famiglia che ha lasciato segni importanti nel cinema italiano d’Autore è’ stato Claudio Tortora, patron del Teatro delle Arti.

Marco Tullio Barboni e Claudio Tortora

Insieme al padre Enzo autore di film western, direttore della fotografia e regista con lo pseudonimo di E.B. Clucher e allo zio Leonida magistrale direttore della fotografia, amatissimo da Anna Magnani, Marco T Barboni ha iniziato a frequentare i set ricoprendo ruoli di comparsa come nelle lavorazioni della “Baia di Napoli”, in “Beh Hur”, “Barabba”, “Un treno per Durango” e “Django”. Dopo l’esordio in qualità di aiuto regista in “Lo chiamavano Trinità”, si  è dedicato alla sceneggiatura scoprendo una straordinaria capacità nel cogliere e analizzare contesti e tessuto umano e sociale sottolineando le sfumature delle emozioni.

La sua fama è legata a film di grande risalto internazionale interpretati da Bud Spencer e Terence Hill e all’indimenticabile filone degli spaghetti western.

L’Intento della rassegna, volto a sottolineare quell’incontro umano e professionale, tra Cinema e Letteratura, ha offerto a Marco Tullio Barboni l’occasione di raccontare i fasti di quel grande cinema che oggi non è più, da lui vissuti, unitamente al suo percorso professionale iniziato come comparsa e aiuto regista per poi abbracciare la sceneggiatura.

M Tullio Barboni Vito Mercurio e Claudio Tortora

Una vita intensa e interessante quella di Barboni che da qualche anno ha esordito come scrittore conquistando un nutrito pubblico di lettori con due romanzi di successo “…e lo chiamerai destino” (Edizioni Kappa) e “A spasso con il mago. Merlino e io” (Viola Editrice), Romanzi dei quali ha trattato in questo contesto suscitando interesse in tutti i presenti.

Diversi i premi e riconoscimenti ricevuti dal grande sceneggiatore, scrittore e regista tra cui il prestigioso Premio Apoxiomeno 2017 a Firenze nella categoria Tv e Cinema,  il primo posto ex aequo con il giornalista e saggista italiano Andrea Scanzi al Premio letterario Internazionale Montefiore organizzato dall’Associazione Culturale “PEGASUS CATTOLICA” e la Menzione d’Onore al Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “LORD BYRON PORTO VENERE GOLFO DEI POETI” del 2018 dove ha partecipato per la sezione Narrativa edita.

Tra gli ospiti presenti all’evento:  Stefano Pignataro, giornalista;  Cristina SantoNicola e Franco Sortini, fotografi; Cesarina Ansalone, magistrato-scrittrice;  Maria Mammola, poetessa;  Antonella Preti, pittrice; Alfonso Forlenza per l’Associazione culturale Contursidoc;  Vito Mercurio, musico-pittore e Carmela Forlenza, scrittrice. Le letture sono state curate dalla scrittrice Maria Grazia Salpietro.

Silvana Lazzarino

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Viaggio nel canto sacro della tradizione orale italiana

Viaggio nel canto sacro della tradizione orale italiana

Viaggio nel canto sacro

Le Rencontre de chants traditionnels italiens avec le groupe PASSIO 20192019

Voyage dans le chant sacrée de tradition orale italienne du lundi 22 au samedi 27 Avril au soir à Cavo – Ile d’Elbe en Toscane

Intervenantes:

Anna ANDREOTTI, Anne de BROCA, Joëlle FAYE, Joséphine LAZZARINO, Margherita TREFOLONI.

Vous serez logés à la Casa per ferie San Giuseppe à Cavo ancien couvent du XVIII siècle à 200 mètres de la plage et à 3 minutes du port de plaisance de Cavo dans l’extrême pointe septentrionale de l’Ile d’Elbe.

www.casasangiuseppecavo.com

Joséphine – Margherita – Anne – Joëlle – Anna

Viaggio nel canto sacro della tradizione orale italiana

Le chant avec qui?

Vous découvrirez cinq univers différents dans la transmission du chant traditionnel italien et partagerez le répertoire du groupe PASSIO qui récolte, arrange et repropose des polyphonies sacrées de tradition orale italienne depuis plus de 20 ans. Une particuliere attention sera donné aux chants de l’Ile d’Elba, mais pas seulement. Passio a donné des concerts dans la France entière, en Italie, en Israël.

Discographie et Filmographie:

Passio, disque Al Sur, Next Music/Musisoft, CDAL 268 MD85 2. Passio, un film documentaire d’Alain Guillon avec la participation de Giovanna Marini. «L’Exercice de l’Etat » de Pierre Schoeller, César du meilleur son 2012. « Della Passione di Cristo » concert du groupe diffusé sur Mezzo. Il Canto dell’Anima, production Maggese / Folknote 2018

On peut lire dans le dossier du groupe:

« Chacun de ces chants est le chant d’un peuple, d’un village, d’une terre. Ils résonnent sur les pierres, dans les airs ou dans les églises. Ils sont chantés aujourd’hui par des hommes et des femmes à la voix façonnée par la rudesse ou la douceur d’un paysage, par la musique d’une langue, par les travaux des champs, de la mer ou de l’usine. Ils sont inscrits dans les replis du terrain et dans les sillons des visages. Ils nous ont touchés et portent avec eux les vibrations des voix, les éclats des regards jeunes ou vieux, les moments de rituels, de foi populaire et de musique. Au cœur des fraîches nuits de printemps, nous avons suivi les processions dans des villages accrochés aux montagnes, et nos oreilles frémissent encore de passion pour cette musique. De retour à la ville, nous étions à chaque fois plus riches de nouvelles émotions. N’obéissant à aucun “dogme ethnomusicologique” nous avons écouté nos cœurs de chanteuses: nos voix sont bien différentes de celles des chanteurs que nous avons entendus là-bas (souvent ce sont des confréries d’hommes!) mais nous avons décidé de faire vibrer dans nos corps de citadines ces magnifiques sonorités. Il nous importe aujourd’hui de partager ces émotions avec un public, soit en direct, en concert, soit par notre disque. Année après année, les rencontres avec les chanteurs et les chants rituels de Pâques ne sont pas le fruit de promenades ou de hasards. Bien avant que nous ayons pu écouter ces bijoux musicaux sur place, une génération de chercheurs dont Pietro Archangeli, Diego Carpitella, Franco Coggiola, PietroS assu, avaient parcouru l’Italie. C’est grâce à leurs enregistrements que nous avons eu un premier contact avec ces chants. Sans leur travailet tout l’amour avec lequel il nous a été transmis par Giovanna Marini, nous n’aurions pas pu chanter ce répertoire.»

Les chanteuses

Anna Andreotti,

née à Florence, commence le théâtre après des études littéraires, et musicales (piano et saxophone). En 1987, elle rejoint la compagnie française Le Théâtre de la Sphère. À partir de 1991, elle écrit, met en scène et interprète ses propres pièces tout en poursuivant son travail de comédienne avec d’autres compagnies en Italie et en France. En 1994, elle rencontre Giovanna Marini, avec qui elle se forme pendant 5 ans au Chant traditionnel italien. Cofondatrice du groupe PASSIO. Elle a chanté avec le chœur Izegani dirigé par N. Pourhosseini et B. Cirla; en première partie de Anna Prucnal; dans : « Amòur me Amòur, » poèmes et chansons de P. P. Pasolini ; le trio Charivari ; « Laissez moi chanter ! » ; « Persanes ». Elle a été assistante à la musique sur « Le concile d’Amour » de Panizza, m.e.s S. Sandor. Elle a dirigé pendant 9 ans le groupe Chants de Rage et de Révolte. Elle est intervenante pédagogique en chant traditionnel italien à la Philarmonie de Paris depuis 10 ans et à l’école de langue et culture italienne Polimnia. Elle a joué dans: « Cut » d’E.Marie, « Combat » de G. Granouillet m.e.s de J. Descordes, « Un fil à la Patte » de G. Feydeau et dernièrement dans « Suis—je encore vivante » m.e.s J—C. Fall. Depuis janvier 2010, elle poursuit un travail de collecte et retransmission scénique de chants et témoignages d’immigrés italiens en France « Sur les traces de l’immigration italienne »; un film a été réalisé par R. Baratta Sur les traces de l’immigration italienne – histoires françaises. En Mars 2013 elle crée avec M. Trefoloni « Et toute l’Italie se remet à chanter ». En 2016 elle crée « E più non canto e più non ballo » spectacle pour 7 voix sur les chants de la 1ère guerre mondiale. Actuellement elle est assistante pour les musiques de Giovanna Marini composées pour Les Troyennes avec la Cie de danse de Bruxelles As Palavras.

Anne de Broca

est comédienne depuis 40 ans sous la direction, entre autres, de Daniel Mesguich, Philippe Adrien, Mehmet Ullusoy, Stuart Seïde, Adel Hakim, Brigitte Jacques, Jean-Michel Rabeux, le théâtre de l’Unité, Jérôme Savary, le Footsbarn-Théâtre, mais aussi chanteuse et metteur en scène. Elle est cofondatrice du groupe PASSIO et du groupe TEMPO LIBRE (chants du monde à cappella, disque Nord-Sud). Elle dirige régulièrement des stages de chants traditionnels polyphoniques pour professionnels et amateurs au sein du Footsbarn-Théâtre et du festival musical de Planézes (66). Aujourd’hui elle s’intéresse particulièrement à l’improvisation vocale avec Jean-Yves Pénafiel, ainsi qu’au chant-tango avec des musiciens argentins. Sa rencontre avec des chanteurs l’a conduit à la mise en scène de théâtre musical avec le groupe “Sanacore”, le duo”All’Alba”, Dominique Fonfrède et Brigitte Cirla. En 1989 elle crée un rituel d’amour et de théâtre qui se joue depuis 30 ans à la date du 16 février, pour une représentation unique, chaque année dans une nouvelle mise en scène et mise en abîme.

Joëlle Faye

est chanteuse, pianiste et pédagogue. Son univers musical se situe à la frontière des mondes de l’oralité et de l’écrit, de la musique populaire et de la musique savante. Cofondatrice du groupe PASSIO, elle chante aussi dans la compagnie NONNA SIMA de Silvia Malagugini «La Pierre qui chante», «Le chant des paladins», «Mystères», dans «Persannes» de Nasrin Pourhosseini, dans «Daïssa» de Jean Marc Zelwer et Francesca Lattuada. Elle collabore avec Jean Reboul, auteur psychanaliste et gynécologue dans « les quatre saisons d’une femme» et «Kaoru». Serge Barbuscia, Jean–Luc Payès, Louise Doutreligne, Arnaud Meunier l’ont mise en scène. Par ailleurs, elle enseigne la culture musicale et la musique d’ensemble au Conservatoire du Blanc Mesnil. Discographie : «PASSIO» Al Sur/ « Mystères » Buda Musique /« Kaoru » livre CD Lucie editions.

Joséphine Lazzarino

est née à Paris, où elle vit et travaille, de père sicilien et de mère andalouse. L’enseignement de Giovanna Marini, avec laquelle elle a travaillé pendant plus que dix ans, lui a permis de retrouver ses racines, et de concevoir ses recherches musicales dans le cadre des traditions de la Méditerranée populaire, qu’elle même définit comme « Méditerranée de la mémoire ». Elle interprète les chants qui font partie de sa recherche avec les instruments qu’elle considère les plus aptes à donner une interprétation forte liée à l’imagination, grâce aux sonorités, aux bruits et aux voix traditionnelles. Les rythmes avec le tambourin, la tammorra, l’accordeon diatonique fondateurs du rythme INCORPORÉ dans la Pizzica, la Tammuriata de Puglia de la Campania de Sicilia. Cofondatrice du groupe PASSIO. Elle a fait partie du chœur de l’Orchestre de Paris de 1986 au 1992, baignée dans le monde lyrique, en concert dans des tournées mondiales dirigées par de grands chefs d’Orchestre. Elle a étudié plus de 10 ans avec François Combeau les principes de la méthode Feldenkrais Elle est musicothérapeute à l’hôpital des enfants malades Necker de Paris. Pédagogue de la voix elle accompagne dans l’exploration par l’ART du MOUVEMENT

Margherita Trefoloni

est chanteuse et comédienne. Née à Sienne en 1980, elle intègre à 15 ans la compagnie franco—italienne Corps rompu dirigée par M.C. Massari. Elle s’initie par la suite au chant traditionnel italien avec des musiciens et chanteurs des Pouilles. En 2005 elle s’installe à Paris. Elle continue son parcours de formation avec Giovanna Marini et certaines de ses élèves. Elle a fait partie du groupe polyphonique Atelier Nonna Sima, dirigé par Silvia Malagugini et travaille également sous la direction de compositeurs contemporains comme Franck Krawczyk et Karl Naëgelen ainsi que de l’auteur / metteur en scène Julien Gaillard avec lequel elle co—fonde en 2008 la compagnie franco—italienne l’oblio — di me. En 2013 elle crée avec Anna Andreotti «Et toute l’Italie se remet à chanter», voyage poétique et musicale dans l’Italie du XX siècle, m.e.s Anne Quesemand. Depuis 2011 elle dirige l’ensemble vocal A tout bout de chant et enseigne le chant traditionnel italien pour l’école de langue et culture italienne Polimnia. En juin 2013 elle intègre le groupe Passio. Elle a travaillé également dans le spectacle «Dissocier les fonds – un presque oratorio» avec la Cie Station Miao dont garde trace le livre sonore Dissocier les fonds paru en novembre 2016 (Beau livre). En 2018 elle a dirigé le chant dans la pièce «Littoral» de Wajdi Mouawad m.e.s. Simon Delétang au Théâtre du Peuple à Bussang.

Comment ça se passe ?

– Présentation, à travers l’écoute des bandes originales, de divers exemples de façon de chanter en Italie (du nord au sud, en passant par les îles)

– Échauffement à travers des exercices ludiques tout en apprenant différents modes.

– Écoute des timbres.

– Placement de la voix dans le chant traditionnel italien. Travail d’analyse pratique des propres gestes vocaux quotidiens à la recherche de tout ce qui peut nous rapprocher de la voix de poitrine, voix timbrée, voix nasillarde, typiques de ce type de musique.

– Apprentissage de modes de la tradition orale italienne (monodique et /ou polyphonique). Chaque chant sera replacé dans son contexte (lieu du collectage, date de l’enregistrement, traduction…)

– Deux heures dans l’après-midi seront consacrées à la transmission en groupe par les chanteuses d’une des pièces de leur répertoire.

– Les rencontres avec les 5 intervenantes se feront à Cavo dans la chapelle attenante à la maison où les stagiaires seront logés .

– On essayera d’organiser un ou deux petits concerts les 26 et 27 au soir. Le planning détaillé du séjour vous sera communiqué plus tard.

Informations pratiques

Coût: 400 euros, 300 chômeur/étudiants + 12 euros d’adhésion à

l’Association Maggese valable pour l’année 2019.

Le prix inclut l’hébergement, les petit-déjeuners, et les repas du soir pris en commun.

Aucun hébergement en chambre seule ou double ne sera possible. Chaque chambre est équipée d’une salle de bain et de toilettes.

Les repas seront préparés par l’équipe pédagogique (nous ne sommes pas chefs cuisinières!!!!) mais nous ferons de notre mieux pour vous assurer des repas ‘comme à la maison’, à base de produits frais du marché et typiquement italiens et dans la mesure du possible de la région !

Le voyage reste à la charge de chacun.

Nous pouvons avoir un prix sur le bateau pour se rendre à L’Ile d’Elbe, consultez nous avant d’acheter les billets.

Pour se rendre à Cavo:

– Vous pouvez arriver en train ou en avion à Pise et prendre le train pour Piombino Marittima, puis un bateau pour Cavo :

https://www.trainline.fr/trains/pisa-centrale/piombino-marittima

– Vous pouvez arriver aussi à Portoferraio et prendre le bus 117

horaires : 5 h20 11h20 14h00 18 h30

http://www.iledelbe.net/allegati/orari-autobus/extraurbano/invernale-festivo.pdf

– En nous contactant, vous pouvez avoir un prix réduit sur le bateau.

– Si vous désirez arriver le soir précédent c’est possible mais il nous faut le savoir et il y aura un supplément (environs 20 euros) pour la nuitée.

– Nous seront logés dans un ancien couvent du XVIII siècle à 200 mètres de la plage et à 3 minutes du port de plaisance de Cavo.

Si cette aventure vous intéresse, réservez vite car les places sont

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Anna Andreotti

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Verso la pace attraverso le arti

Verso la pace attraverso le arti

Verso la pace attraverso le arti

Cantiamo in pace- Children’s Corner

IL GRANDE CANALE DELLA PACE

Un progetto internazionale per dire no alla guerra

C’è bisogno di pace in questo mondo abitato da indifferenza e violenza, odio e sete di potere.

L’arte, la musica, la letteratura, la poesia e poi il cinema e la danza, attraverso i loro lignaggi intensi e diretti espressivi e toccanti, hanno descritto con stili e toni differenti questo bisogno di creare incontro e interazione tra popoli e nazioni guardando ad un possibile dialogo tra culture e religioni diverse.

.Alla pace quale unica via di uscita per rompere il muro dell’indifferenza e dell’egoismo, della separazione e della violenza che portano guerre e terrore, come è accaduto e come sta accadendo in queste ultime settimane, è dedicato un importante appuntamento a Roma presso il Teatro Villa Pamphilj – Scuderie Villino Corsini dal 28 novembre al 20 dicembre 2015.

Si tratta di un progetto internazionale curato da Multiolistica dove le arti di tutto il mondo entrano in scena aprendo i loro canali di comunicazione visiva ed emotiva per dire no alla guerra attraverso segni, immagini, parole, musica e gestualità per sperare in un futuro di pace.

Il progetto, IL GRANDE CANALE DELLA PACE, patrocinato da Roma Capitale, e dal Ministero dei Beni Culturali, ideato dal Municipio III, vuole essere un percorso all’insegna della cultura e dei diritti umani dove mostre, concerti, spettacoli, letture, laboratori per adulti e bambini diventino opportunità per sensibilizzare il pubblico rendendolo un attivo e partecipe messaggero di pace.

Questo desiderio di pace è espresso a forza dalle opere di artisti contemporanei tra pittura e scultura, fotografia, protagonisti dell’esposizione internazionale curata dal Prof. Gregorio Rossi, dai lavori del fotografo Omar Kheiraoui presente con la sua personale “I Colori della Pace” e da una mostra dedicata all’Humor Grafico “Di colomba ce n’è una sola”, curata dal Festival Internazionale di Humor Grafico.

Ci si sposta poi entro il ritmo avvolgente della danza con “L’abbraccio universale del tango”: un incontro di ballo, canto e recitazione di brani tratti dalla tradizione di tanghi argentini e poesie, cui seguono i canti in particolare quelli intonati dalle voci di bambini che in “Children’s Corner” eseguono brani, vocalizzi, canti di Natale all’interno dell’appuntamento “Cantiamo in Pace”, per poi arrivare al momento dedicato alla lettura di brani tratti da interviste e scritti dei più famosi Premi Nobel per la Pace con canzoni eseguite da Un Gospel nell’ambito di “Gospel letterario per la Pace”.

Da citare anche i laboratori teatrali per bambini “Immaginiamo la Pace” a cura di Rocco Quarzell, docente di teatro e musicoterapeuta, e Cristina Golotta, attrice, attraverso cui immaginare questa nuova e perfetta realtà di armonia tra i popoli. E poi la magia del cinema attraverso un laboratorio/ contest “Peace Making” dedicato alla realizzazione di un corto e una giornata di musica live con “Performance Live no stop di gruppi e solisti per la pace ” con l’esibizione di cantanti, musicisti e band dello scenario romano che proporranno brani contro la guerra.

Un evento da non perdere che attraverso i linguaggi dell’arte con le sue infinite sfumature fatte di colori e suoni, ritmi e armonie, parole e gesti, invita all’ascolto delle vere emozioni per sostenere un messaggio di pace a livello universale e dire no alla guerra.

Silvana Lazzarino

 

 

IL GRANDE CANALE DELLA PACE

Roma- Teatro Villa Pamphilj-Scuderie Villino Corsini

(ingresso Via di San Pancrazio, 10 angolo Via Aurelia Antica)

dal 28 novembre al 20 dicembre 2015

Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili

Informazioni tel. 060608; www.teatriincomune.roma.it

 

PROGRAMMA

Dal 28 novembre al 20 dicembre – VILLINO CORSINI

 ESPOSIZIONE “IL GRANDE CANALE DELLA PACE

Arte Contemporanea a cura del Prof. Gregorio Rossi – Un’esposizione internazionale di artisti che manifestano contro la guerra, una serie di opere che tramite il linguaggio universale dell’arte esprimono con forza il desiderio di Pace.

Mostra Fotografica “Roma: i Colori della Pace”, personale di Omar Kheiraoui.

Humor Grafico “Di colomba ce n’è una sola”, mostra a cura del Festival Internazionale di Humor Grafico

Ingresso gratuito – aperto tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle ore 10 alle ore 17

Sabato 28 novembre

VILLINO CORSINI

12.00 INAUGURAZIONE DEL PROGETTO “IL GRANDE CANALE DELLA PACE

  • Arrivo dei partecipanti alla “passeggiata della Pace” (partenza alle ore 11.00 dal Centro Anziani di via Vitellia). A cura dell’associazione Blood Runner
  • Ilaria Drago interpreta brani di Simone Weil dal libro Di polvere di resurrezioni
  • Inaugurazione dell’esposizione di arte contemporanea, fotografia e humor grafico con i caricaturisti del Festival di Humor Grafico che disegneranno dal vivo. Interviste a cura di Radio Kaos

Ingresso gratuito

Domenica 29 novembre

TEATRO VILLA PAMPHILI

10.30 L’ABBRACCIO UNIVERSALE DEL TANGO un incontro di ballo, canto e recitazioni di brani tratti dalla tradizione di tanghi argentini e poesie, a cura di Fatima Scialdone, in collaborazione con il Maestro Francesco Bancalari al pianoforte e con il gruppo degli allievi della Scuola Tango Eventi.

Ingresso gratuito con prenotazione allo 06.0608

 

Sabato 5 dicembre TEATRO VILLA PAMPHILI

11.00 CANTIAMO IN PACE a cura dell’Associazione Culturale Marco Taschler

Direzione e pianoforte Cesare del Prato, chitarra Renato Bonanni, flauto traverso Gennaro Di Filippo

I parte – Children’s Corner – I bambini, voci della pace per eccellenza, eseguiranno una serie di brani, vocalizzi, canoni e canzoni di Natale.

II parte – Film da Musica

Ingresso gratuito con prenotazione allo 06.0608

14.30 IYENGAR YOGA Laboratorio di a cura dell’associazione Albero

Gratuito con prenotazione a [email protected]

Domenica 6 dicembre

TEATRO VILLA PAMPHILI

10.30 MEDITAZIONE SUI CUORI GEMELLI Laboratorio a cura dell’associazione Pranic Healing – Gruppo Romano

Gratuito con prenotazione a [email protected]

15.00 ESTALEGAL IN CONCERTO

Voce Anna Fabrizi, chitarra Renato Bonanni, pianoforte Stefano Ferretti, special guest Gennaro Di Filippo

Ingresso gratuito con prenotazione allo 06.0608

Sabato 12 dicembre

TEATRO VILLA PAMPHILI

11.00 GOSPEL LETTERARIO PER LA PACE

“Caffè Letterario” a cura di Neria De Giovanni: letture di brani tratti da scritti e interviste dei più noti Premi Nobel per la Pace, con canzoni eseguite da Un Gospel per la Pace diretto dal maestro Vincenzo De Filippo dell’Associazione Culturale Marco Taschler

Ingresso gratuito con prenotazione allo 06.0608

Domenica 13 dicembre

TEATRO VILLA PAMPHILI

11.00 SEASONS OF LOVE coro Naima (John Coltrane Music School), direzione da Silvia Ceccarelli, pianoforte Susanna Sallemi

Ingresso gratuito con prenotazione allo 06.0608

14.30 IMMAGINIAMO LA PACE Laboratorio teatrale per bambini a cura di Rocco Quarzell, docente di teatro e musicarterapeuta, e Cristina Golotta, attrice

Gratuito – per prenotazioni [email protected]

Sabato 19 dicembre

TEATRO VILLA PAMPHILI

10.00 -17.00 PEACE MAKING Laboratorio/Contest di cinema su come realizzare un corto a cura del videomaker e sceneggiatore Daniele Pace

Gratuito con prenotazione a [email protected]

Domenica 20 dicembre

TEATRO VILLA PAMPHILI

10.30-17.00 PERFORMANCE LIVE NO STOP DI GRUPPI E SOLISTI PER LA PACE

Una grande giornata di musica live in cui si alterneranno sul palco numerosi cantanti, musicisti e band del panorama musicale romano che si esibiranno proponendo brani internazionali contro la guerra.

 

Teatro Festival – “Made in Ischia”

Oggi parliamo di...

C O N T A T T A C I [email protected]

Teatro Festival – “Made in Ischia”

Nuovo amico dei Progetti culturali

ideati da Bruno Mancini

Bruno Mancini

Ischia, un’isola di poesia

Ischia, un’isola d’amore

Ischia, un’isola di…

Ischia, mare e poesia

Adotta una poesia

Otto milioni

Antologie Poetiche a cura di

Sabato 11 e domenica 12 maggio alle ore 21:00, nella sala teatrale del polifunzionale ritorna “Made In Ischia”, un laboratorio di comicità tutta ischitana.

Sketch, applausi, improvvisazione e pop corn, la risata è assicurata!

Da Ischia, l’Arte – terza serie

Anniversario “Il Dispari” e presentazione “Adotta una poesia”

Una poesia
5 poesie 3 canzoni
Da Ischia, l’Arte – seconda serie
Da Ischia, l’Arte
PMN- Show Bruno – Poesie – Musiche – Notizie
Presentazioni
TG LENOIS
Musica e Poesie
News e Poesie
Teatro e Poesie
Luoghi e Poesie
Arte e Poesie
Monografie
TV
A bordo campo
Video poesie di Bruno Mancini
Musica
Nicola Pantalone
Video poesie di Roberta Panizza
Video poesie dei Pionieri
Video poesie Mareblù 2009
Video poesie Miramate 2010
Video poesie Autori vari
Video poesie serie 2
Eventi
MP3

http://www.youtube.com/user/1ignazio1?feature=mhsn

http://www.spreaker.com/page#!/user/lanostraisola



http://www.teleischia
http://www.radiosi.org/
http://www.marateawebradio.it/
You-tube
Radio
Radio invisibili
Webmaster
MP3

Apertura Mostre in Italia dal 25 al 31 Agosto 2012

Mostre in Italia dal 25 al 31 Agosto 2012

MOSTRE: LE PROSSIME APERTURE DAL 25 AL 31 AGOSTO 2012

 

Tamara Kvesitadze Mec-Human

Tamara Kvesitadze Mec-Human

Tamara Kvesitadze Mec-Human

Nell’ambito del Concorso Polifonico Internazionale Guido d’Arezzo, la musica incontra l’arte contemporanea; e lo fa scoprendo il concetto di rumore che diventa continuità e sfondo infinito. L’opera d’arte è meccanica.

Si chiama F=-F a firma Tamara Kvesitadze, qui ad Arezzo a cura di Fabio Migliorati, dall’ultima Biennale di Venezia. Nel 2011, infatti, l’artista rappresenta il suo Paese, la Georgia, alla 54° Biennale Internazionale d’Arte, proprio con l’opera che sarà in mostra alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea. Il titolo F=-F come a simboleggiare una misteriosa parità finalmente raggiunta, magari mediante quella matematica che pretende di sistemare tutto coi numeri… L’installazione inaugura la Project Room della Galleria: luogo in cui si attenderanno appunto progetti, esperimenti, contaminazioni, ma sempre – senza essere norma – attraverso opere uniche; siano (come in questo caso) installazione, oppure dipinto, scultura, video, o anche performance.

L’opera di Tamara Kvesitadze s’inserisce bene nel contesto dello spazio trovato: pare foderare il fondo della stanza, nel vuoto di una luce bianca che vorrebbe svelare… Tanti volti di resina.

Si muovono? Si deformano? La tecnologia interviene, e anima. L’arte limita, e risolve. L’autonomia della macchina confina con un sentimento d’oblio che si compie nella sproporzione del rapporto uomo/mezzo. E questo stare di fronte all’opera si spande, aleggia, grava intorno a chi non ne subisca l’indeterminatezza ma, al contrario, l’adatti a sé, per comprenderne gli esiti.

L’arte di Kvesitadze, così, premia. Ma lo fa con il ronzio ipnotico del meccanismo: un’estetica fredda soltanto in apparenza; pronta invece al rischio della conoscenza mimetica, o al fraintendimento della somiglianza. Si passa di qui, allora, per lambire un’astratta vastità del piacere: vera perché vaga e sfumata; dall’emozione funzionale alla percezione concettuale.

Tamara Kvesitadze (1968, Tbilisi) ha donato un moto straniante e misterioso all’immagine umana; tanti visi, tutti uguali, si prestano a mostrarsi come forse non sono. E quel rumore, continuo, è la vita di quella fisionomia: forse noi, forse tutti voi.

Ad Arezzo c’è un’opera della scorsa Biennale di Venezia. Anche Arezzo, così, può mostrare il linguaggio contemporaneo ritenuto migliore di una nazione: in questo caso la Georgia. La mostra si svolge in collaborazione con PaiviProArte, documentata da un catalogo Maretti Editore. Tamara Kvesitadze – Mec-Human è voluta e realizzata dall’Assessorato Cultura e Spettacolo del Comune di Arezzo, con la collaborazione di PaiviProArte e la documentazione di Maretti Editore.

Tamara Kvesitadze – Mec-Human sarà inaugurata alla presenza del Prof. Pasquale Giuseppe Macrì, Assessore alla Cultura e allo Spettacolo del Comune di Arezzo; di Paivi Tirkkonen, Commissario del Padiglione Repubblica della Georgia alla 54° Biennale di Venezia; di Christian Maretti, Maretti Editore; di Fabio Migliorati, Critico d’Arte e Direttore per le Attività Espositive di Arezzo.

vernice
: sabato 25 agosto, ore 19.00

Progetti culturali ideati da Bruno Mancini

Il Risorgimento nelle valli d’Aspromonte

Il Risorgimento nelle valli d'Aspromonte

Il Risorgimento nelle valli d’Aspromonte
Il comune di Sant’Eufemia in occasione del 150 anniversario del ferimento di Garibaldi in Aspromonte ha organizzato una serie di manifestazioni celebrative. L’Archivio di Stato di Reggio Calabria partecipa con una mostra documentaria sugli avvenimenti Risorgimentali in Aspromonte.
La prima tappa è la rivolta di Reggio del 2 settembre 1847, segue l’opera del Comitato Provvisorio di Governo nei primi mesi del 1848 e la definitiva sconfitta.
L’impresa dei Mille e il secondo sbarco del 1862 raccontano la vita amministrativa e politica della provincia occidentale reggina nell’immediatezza dell’Unità dell’Italia.
Nel percorso espositivo un particolare rilievo è stato dato a Vittorio Visalli storico eufemiese di rilievo nazionale e appassionato studioso di storia risorgimentale.
Inaugurazione 26 agosto 2012, ore 10,00 – Palazzo Comunale Sant’Eufemia d’Aspromonte

3. Mostra Internazionale di Architettura

13. Mostra Internazionale di Architettura

13. Mostra Internazionale di Architettura

Sarà aperta al pubblico da mercoledì 29 agosto a domenica 25 novembre 2012, ai Giardini della Biennale e all’Arsenale, la 13. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Common Ground, diretta da David Chipperfield e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La vernice avrà luogo nei giorni 27 e 28 agosto, la cerimonia di premiazione e di inaugurazione si svolgerà mercoledì 29 agosto 2012.

La Mostra sarà affiancata, come di consueto, negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, da 55 Partecipazioni nazionali. Le nazioni presenti per la prima volta saranno 4: Angola, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Perù.

Il Padiglione Italia all’Arsenale è organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la PaBAAC – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee. Gli Eventi collaterali ufficiali della 13. Mostra Internazionale di Architettura saranno proposti da enti e istituzioni internazionali che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative in vari luoghi della città.

Common Ground formerà un unico percorso espositivo dal Padiglione Centrale ai Giardini all’Arsenale: David Chipperfield presenterà una Mostra con 65 progetti realizzati da architetti, fotografi, artisti, critici e studiosi. Molti di loro hanno risposto al suo invito presentando proposte originali e installazioni create espressamente per questa Biennale e coinvolgendo nel proprio progetto altri colleghi con i quali condividono un Common Ground. I nominativi presenti sono in totale 112.

Anche per il 2012 è prevista l’attività Educational che si rivolge a singoli e gruppi di studenti delle scuole di ogni ordine e grado, delle università e scuole di architettura, professionisti, aziende, esperti, appassionati e famiglie. Le iniziative, condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale di Venezia, mirano ad un coinvolgimento attivo dei partecipanti e si suddividono in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio.

La cerimonia di inaugurazione e di premiazione della 13. Mostra avrà luogo mercoledì 29 agosto ai Giardini, con la consegna dei premi ufficiali assegnati dalla giuria internazionale.

In occasione della 13. Mostra, saranno banditi due concorsi online attraverso il sito relazionalewww.labiennalechannel.org, ovvero:
COMMON GROUND | Fotografia: la miglior foto della Mostra (concorso aperto esclusivamente ai fotografi accreditati)
COMMON GROUND | Saggio: il miglior testo critico sulla Mostra.

Otto der Grosse und das Römische Reich. Kaisertum von der Antike zum Mittelalter

In occasione di tale evento saranno esposte opere bibliografiche custodite presso la Biblioteca nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli.apoli.

Data Inizio:27 agosto 2012
Data Fine: 09 dicembre 2012
Luogo: Germania – Magdeburg, Kulturhistorisches Museum

 

Bertil Vallien, 9 Rooms

Bertil Vallien, 9 Rooms

Per la prima volta in Italia con una mostra retrospettiva, Bertil Vallien, maestro svedese del vetro d’arte, presenta oltre 60 delle sue opere presso gli spazi di Palazzo Cavalli Franchetti, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, in occasione della 13. Biennale di Architettura di Venezia.
La mostra, ideata e curata da Adriano Berengo e Börge Kamras con il contributo di Francesca Giubilei, si articolerà in nove sezioni e mirerà a sottolineare il contributo di questo artista al movimento dello Studio Glass, che quest’anno celebra il suo cinquantesimo anniversario. La mostra intende mettere in luce la forte relazione tra gli aspetti progettuali della sua ricerca e la concretizzazione delle idee, che divengono opere in vetro in stretta relazione e dialogo con l’ambiente che le ospita, sottolineando il particolare interesse dell’artista per il rapporto dell’uomo con l’ambiente, con la storia, con il sacro e con il tempo, insomma con i segni della società contemporanea.

Redattore: ANTONIO GIACOMINI
Informazioni Evento:

Data Inizio:28 agosto 2012
Data Fine: 25 novembre 2012

 

Laboratorio Italia. Esperienze delle selezioni italiane per il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa

140 progetti partecipanti alle prime due edizioni della selezione italiana per il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, in esposizione a Palazzo Ducale in occasione della 13. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

La mostra organizzata dal Servizio Architettura e Arte Contemporanee della Direzione generale PaBAAC, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia e Laguna, sarà inaugurata il 27 agosto alle ore 18.00 alla presenza di:
Paolo Baratta, Presidente Fondazione La Biennale di Venezia;
Maddalena Ragni, Direttore Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee – Commissario Padiglione Italia della Biennale di Venezia;
Renata Codello, Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna;
Maria Grazia Bellisario, Direttore servizio Architettura e Arte contemporanee;
Giuliano Segre, Presidente Fondazione Venezia;
Roberto Masiero, Ordinario di Storia dell’architettura e del paesaggio – IUAV;
Alessandra Fassio, Curatore della manifestazione.

“Carbonia Landscape Machine”, Vincitore per l’Italia della seconda edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, e i progetti provenienti da tutto il territorio nazionale, rappresentano i migliori interventi che hanno interpretato i principi della Convenzione Europea del Paesaggio e realizzato una riqualificazione di qualità urbana ed extra urbana.

L’evento sarà preceduto da un incontro sull’Isola della Certosa, promosso da “ Vento di Venezia”.

CONTATTI
Segreteria organizzativa > ACMA 39 0270639293, [email protected]
Servizio architettura e arte contemporanee > 39. 065843 4815, [email protected] www.premiopaesaggio.it

Redattore: RENZO DE SIMONE
Informazioni Evento:

Data Inizio:28 agosto 2012
Data Fine: 25 novembre 2012

LE QUATTRO STAGIONI – Architetture del Made in Italy da Adriano Olivetti alla Green Economy

“Non è un anno come gli altri. Il Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia deve porsi al centro di questa differenza e diventare un’occasione per riflettere sul rapporto tra crisi economica, architettura e territorio, deve essere uno spazio in cui immaginare un progetto di crescita del nostro Paese, il “common ground” deve tradursi in un progetto concreto e visionario, in cui cultura ed economia scrivano un nuovo patto.”

Questa la “doverosa premessa” di Luca Zevi, scelto dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, quale curatore del Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura.

Il progetto curatoriale si snoda come il racconto di un incontro possibile, della riscrittura del ‘patto’ – luogo condiviso e spazio possibile – in cui le ragioni dell’architettura, del territorio, dell’ambiente dialoghino con quelle dello sviluppo economico. Un ‘common ground’ tra imprenditoria e architettura come necessità imprescindibile per la ripresa.
Il racconto descrive le “quattro stagioni” dell’architettura del Made in Italy lungo un percorso accidentato e fecondo, mirato alla ricerca di un rapporto virtuoso tra architettura, crescita e innovazione.

I stagione : Adriano Olivetti nostalgia di futuro
Un percorso che non può non prendere le mosse dall’esperienza di Adriano Olivetti nell’Italia del ‘secondo dopoguerra’ come paradigma di un modello di sviluppo in cui politica industriale, politiche sociali e promozione culturale si integrano nella proposta di una strada innovativa nella progettazione delle trasformazioni del territorio. Esperienza unica per i tempi e per il contesto, che per la sua attualità induce una positiva “nostalgia di futuro”.
Olivetti è innovatore per il modo di fare impresa, la visione del mondo, le scelte e i principi. E’ convinto che il ‘fare impresa’ non possa prescindere da un atteggiamento etico e responsabile nei confronti dei lavoratori e del territorio che accoglie le fabbriche, appassionato di avanguardie in arte e architettura, coinvolge tutti i più geniali architetti e designer degli anni ’50 facendo di ogni complesso industriale un’opera d’arte. Ivrea diventa luogo di sperimentazione di una “città-fabbrica” virtuosa, considerata modulo sperimentale di uno sviluppo territoriale possibile.
Il Padiglione si apre con questo racconto perchè la visione olivettiana – che tiene insieme architettura, economia e territorio – può diventare il punto chiave sul quale cominciare a riscrivere il futuro del paese.

II stagione: l’assalto al territorio
A partire dagli anni ‘80, nel fervore imprenditoriale diffuso seguito alla scomparsa delle grandi industrie dal nostro paese, si verifica una sorta di “assalto” al territorio italiano attraverso iniziative di grande vitalità sotto il profilo produttivo, ma altrettanto disinteressate a qualsivoglia forma di espressione architettonica o di inserimento appropriato nel paesaggio: è la fase della produzione “nel sottoscala o nel capannone, spesso conditi da una villetta in stile chalet svizzero”, il “grado zero” dell’architettura del Made in Italy.

III stagione: architetture del Made in Italy
Negli ultimi quindici anni alcune imprese del Made in Italy – caratterizzate da una “tipologia olivettiana” quanto a dimensioni e produzione specializzata – hanno scelto di costruire i propri stabilimenti e i propri centri direzionali secondo un progetto architettonico d’eccellenza. Sono nate così strutture attente alla poetica dei luoghi e degli oggetti, alla vita delle persone, alla sensibilità ambientale, documentate e “narrate” nella mostra. Il ‘fare impresa’ virtuoso anche nell’immaginazione dei luoghi di produzione e commercializzazione sta contribuendo a creare nuovi paesaggi.
La promenade espositiva si trasforma in un percorso di scoperta, conoscenza e riflessione sulle emergenze architettoniche e insediative del Made in Italy. E’ nel loro agire il senso della prospettiva: l’industria che all’architettura chiede la traccia dei luoghi, della quotidianità, della sua stessa identità.

IV stagione: reMade in Italy
La sfida della “quarta stagione” – la messa a sistema delle imprese del Made in Italy nella direzione di una Green Economy – è destinata fatalmente a incontrare la sfida di Expo 2015 ‘Nutrire il pianeta’, che diventa una straordinaria occasione per riflettere sul rapporto tra territorio e ambiente, città e produzione agricola, e sul senso del ‘progetto’ nel nord e sud del mondo.

La nutrizione, che sarà al centro dell’Expo 2015, spinge a rimettere sotto analisi il concetto di comunità sostenibile: il rapporto tra città e campagna, industrializzazione e produzione agricola.

Il Padiglione Italia diviene così luogo in cui progettisti, imprenditori e politici si cominciano a confrontare seriamente sulle questioni del vivere, nella previsione di un’era in cui l’ossessione della megalopoli deve lasciare spazio a nuove regole di ispirazione comunitaria, in cui nutrirsi, muoversi e abitare diventano funzioni della stessa equazione.
Verranno illustrati alcuni recenti esperimenti italiani che muovono in questa direzione: riqualificazione di insediamenti attraverso l’inserimento di attività produttive di nuova generazione; ripensamento degli spazi pubblici mirati a una città a misura dei bambini, che diventano parametro della qualità di vita negli spazi urbani, cercando di ripensare la città come luogo eminentemente pubblico.

Un Padiglione Italia sostenibile
Il Padiglione Italia non si limita a rivendicare un nuovo modo di abitare, ma tenta di offrirsi come una sorta di prototipo di diversa modalità insediativa, che tiene insieme cultura dell’ambiente e Green Economy. Strumenti multimediali e tecnologia innovativa permetteranno al visitatore di interagire con il racconto, di porre quesiti, di incontrare in modo virtuale i protagonisti della storia narrata.

L’interazione con elementi animati – ologrammi, personaggi virtuali e video – scandirà ogni tappa della narrazione. Conversazioni, interviste, performances attraverseranno giorno dopo giorno lo spazio.

L’opera di Michelangelo Pistoletto L’Italia Riciclata realizzata per il Padiglione Italia nel Giardino delle Vergini, sarà un metaforico centro di energie e luogo fisico per una serie di incontri.

CONFERENZA STAMPA PADIGLIONE ITALIA
Martedì 28 Agosto ore 12.00
Si prega di confermare la propria presenza inviando una mail a [email protected]
Per accedere agli spazi espositivi dell’Arsenale bisogna essersi già accreditati presso la Biennale

PW: italia2012

INAUGURAZIONE PADIGLIONE ITALIA
Martedì 28 Agosto ore 17.00

Padiglione Italia 13. Mostra Internazionale di Architettura

Curatore
Luca Zevi, [email protected]

69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

La 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia e si svolgerà al Lido di Venezia dal 29 agosto all’8 settembre 2012, diretta da Alberto Barbera.

La Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di tolleranza. La Mostra include retrospettive e omaggi a personalità di rilievo, come contributo a una migliore conoscenza della storia del cinema.

I film selezionati sono:

· Poslednjaja noc’ (L’ultima notte) di Julij JakovlevicRajzman (Urss, 1936, 100’, 35mm, bianco e nero). Da uno dei registi “ufficiali” più premiati del cinema sovietico, la Rivoluzione d’Ottobre vista attraverso le vicende intrecciate di due famiglie, una operaia e una borghese, nel giro di una sola notte: l’“ultima notte” del vecchio mondo e la “prima notte” del nuovo.

· Dieu a besoin des hommes di Jean Delannoy (Francia, 1950, 100’, 35mm, bianco e nero). Gli abitanti della selvaggia isoletta di Seil, battuta dalle tempeste dell’Atlantico, vivono il loro intenso bisogno di spiritualità in modi non convenzionali. E’ il film con cui Delannoy ottenne il riconoscimento internazionale, e a cui furono attribuiti diversi premi (fra cui l’Ocic) alla Mostra del 1950, da lungo tempo invisibile.

· Genghis Khan di Manuel Conde e Salvador Lou (Filippine, 1950, 91’, 35mm, bianco e nero) Film d’avventura girato rocambolescamente in lussureggianti ambienti naturali, con pochi mezzi ma ambizioni hollywoodiane, è diretto anche da Manuel Conde, figura di spicco del cinema filippino, di cui molti film sono andati perduti.

· Il brigante di Renato Castellani (Italia, 1961, 174’, 35mm, bianco e nero). La copia Asac è l’unica traccia della versione più lunga del film, tagliata dopo Venezia dal produttore per ragioni commerciali. I minuti in più sono oltre trenta. Tratto da un romanzo di Giuseppe Berto, è la storia di un contadino calabrese che occupa latifondi, ingiustamente accusato di omicidio. Premio Fipresci alla Mostra del 1961.

· Free at Last di Gregory Shuker, James Desmond e Nicholas Proferes (Usa, 1968, 73’, 16mm, col.). Prodotto per la Tv pubblica Usa (PBS) documenta, con lo stile del cinema-verité, la marcia su Washington di Martin Luther King nel 1968 interrotta dal brutale omicidio. La copia originale Asac è l’unica esistente al mondo. trattandosi di pellicola ektachrom reversal che non prevedeva l’esistenza del negativo.

· Pagine chiuse di Gianni Da Campo (Italia, 1968, 98’, 35mm, bianco e nero). Film ingiustamente dimenticato, che incarna la vena intima e pacata della contestazione giovanile di quegli anni. Felice esordio cinematografico del regista e scrittore veneziano allora venticinquenne Gianni Da Campo, che in seguito girò La ragazza di passaggio (1970) e Il sapore del grano (1986). Presentato alla 29. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (1968) tra le polemiche, ottenne poi il premio della Giuria al festival di Cannes dell’anno successivo e numerosi altri riconoscimenti.

· Stress-es tres-tres di Carlos Saura (Spagna, 1968, 94’, 35mm, bianco e nero). Un road-movie che scava nella condizione e nelle fantasie della coppia moderna, con un originale stile asciutto e onirico allo stesso tempo. Uno dei primi film di Carlos Saura con Geraldine Chaplin, compagna di vita per molti anni del grande regista spagnolo.

· Pytel blech (Un sacco di pulci) di Vera Chytilová (Cecoslovacchia, 1963, 44’, 35mm, bianco e nero). La tristezza quotidiana, il vuoto esistenziale, la tronfia retorica educativa del comunismo dall’interno di un ostello della gioventù. Documentario con spunti ironici e grotteschi, e uno dei primissimi lavori di Vera Chytilová, figura chiave della “nová vlna”, la nuova ondata anni ’60 del cinema cecoslovacco. Unica copia esistente al mondo.

· Zablácené mesto (La città nel fango) di Václav Táborský (Cecoslovacchia, 1963, 8’, 35mm, bianco e nero). Nel nuovo quartiere in costruzione di Praga evitare il fango è la preoccupazione principale dei cittadini: un’ironica fantasia visiva sulle ambigue – e talvolta assurde – politiche di sviluppo urbano e sociale nella Cecoslovacchia degli anni Sessanta.

· Ahora te vamos a llamar hermano di Raoul Ruiz (Cile, 1971, 13’, 35mm, col.). Una testimonianza sulla prima legge proclamata da Allende che dichiara gli indiani Mapuches cittadini a tutti gli effetti, con tutti i diritti relativi. Manifestazioni di allegrezza e discorsi degli indiani descritti col talento visivo e il gusto per la sperimentazione del maestro del cinema cileno Raoul Ruiz. Unica copia sopravvissuta.

I film scelti saranno sottoposti a un procedimento di restauro digitale presso il laboratorio “L’Immagine Ritrovata” di Bologna, o restaurati analogicamente in modo da ottenere una nuova copia in 35mm.

La rassegna è resa possibile dalla collaborazione con numerose cineteche e società italiane e straniere, parte delle quali contribuiranno anche economicamente alla realizzazione dei restauri: Cineteca Italiana di Milano, Cineteca di Bologna, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Istituto Luce e Mediaset per l’Italia, nonché Gosfilmfond (Mosca), Filmoteca Española (Madrid), Paramount (Los Angeles), CNC-Centre National de la Cinématographie (Parigi), Cinémathèque française (Parigi), Film Development Council of Philippines (FDCP, Manila), British Film Institute (Londra), Národní filmový archiv (Praga) e Wnet New York Public Media, che hanno fornito l’acceso ai materiali originali di comparazione in loro possesso, o i negativi per la ristampa delle copie.

Di tutti i film restaurati, rimarrà di proprietà della Biennale una copia in 35mm o in DCP/HD-cam, per la conservazione e le eventuali circuitazioni successive.

Redattore: RENZO DE SIMONE
Informazioni Evento:

Data Inizio:29 agosto 2012
Data Fine: 08 settembre 2012

 

Il Tiziano mai visto. La fuga in Egitto e la grande pittura veneta

12 anni di restauri al museo Ermitage e il primo capolavoro di Tiziano, imponente per dimensioni, torna a splendere.
Dopo 250 anni esce per la prima e unica volta dalla Russia e giunge a Venezia in una grande mostra.

Ci sono voluti 12 anni di restauri accurati da parte dell’Ermitage per far riemergere i colori, la luce, i particolari, la forza rivoluzionaria dell’opera con cui Tiziano nel 1507 “scopre” la natura in pittura; ed è stato necessario un accordo internazionale tra il Museo Statale Ermitage, la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, la National Gallery di Londra e la Fondazione Ermitage Italia per consentire che quest’opera, imponente per dimensioni (204 × 324 cm) e sconcertante per la vitalità del paesaggio, potesse tornare – dopo quasi 250 anni – in Italia, nella sua Venezia, in un’esposizione irripetibile dal 29 agosto al 2 dicembre 2012.

Esposta a Londra subito dopo il restauro, La Fuga in Egitto – che a ragione può considerarsi il primo capolavoro di Tiziano – giungerà direttamente dall’Inghilterra alle Gallerie dell’Accademia, dove sarà il fulcro di una mostra preziosissima che avvicina al dipinto circa venti opere dei grandi maestri veneti che, tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, hanno contribuito a innovare lo sguardo sulla natura
(Bellini, Giorgione, Sebastiano del Piombo, Lotto, ecc.), per poi rientrare all’Ermitage da dove, hanno già annunciato, sarà impossibile possa allontanarsi in futuro.

Un’occasione irripetibile per ammirare il grandioso paesaggio, eccezionale se non unico, non solo nel panorama della pittura veneziana degli inizi del XVI secolo – realizzato nel formato del tradizionale telero – ma di tutta la pittura italiana del tempo e per cogliere, grazie alle suggestioni e ai confronti proposti nella mostra curata da Giuseppe Pavanello e Irina Artemieva, l’elemento specifico e innovativo della visione paesistica di Tiziano, la sua natura “fremente” e vita che diventa tutt’uno con la figura umana, grazie alla pittura: colore, luce, ombra, atmosfera.

Promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, dal Museo Statale Ermitage, dal Comune di Venezia e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, in collaborazione con la National Gallery di Londra e con
la Fondazione Ermitage Italia, l’esposizione alle Gallerie dell’Accademia, prodotta da Venezia Accademia e Villaggio Globale International (catalogo Marsilio), entra dunque nel vivo del nuovo modo di intendere il paesaggio e il rapporto tra uomo e natura
(una delle invenzioni più straordinarie di tutta la storia dell’arte veneta) non solo grazie al capolavoro tizianesco, che ha lasciato per la prima volta la Russia dal 1768, ma in forza anche delle sceltissime opere che
nell’occassione gli verranno affiancate: dall’Allegoria sacra (ora agli Uffizi) di Giovanni Bellini alla Tempesta e al Tramonto di Giorgione,
rispettivamente delle Gallerie dell’Accademia di Venezia e della National Gallery di Londra; dal San Girolamo di Cima da Conegliano della Galleria Palatina, all’analogo soggetto raffigurato da Lorenzo Lotto
e prestato da Castel Sant’Angelo; dalla Nascita e dalla Morte di Adone di Sebastiano del Piombo (Museo Civico Amedeo Lia, La Spezia) fino alla Fuga in Egitto di Albrecht Dürer e ai trittici di Santa Liberata e degli Eremiti di Hieronymus Bosch.
In sequenza e a confronto maestri veneziani e maestri oltremontani, in un contrappunto da cui emergono le rispettive personalità,
in modo da offrire al visitatore opportunità uniche e singolari di comprensione di un passaggio cruciale della pittura rinascimentale.

***
Vasari ci racconta che Tiziano, nel 1507 – lo stesso anno in cui realizza la Fuga in Egitto per Andrea Loredan e il suo nuovo palazzo sul Canal Grande, Ca’ Loredan Vendramin Calergi – lascia la bottega di Giovanni Bellini per quella di Giorgione.
Le esperienze cui attinge il giovanissimo pittore sono straordinarie: in quegli anniVenezia diventa infatti il luogo d’elezione per l’elaborazione della rappresentazione del paesaggio in senso moderno,
non più sfondo ma “specchiodel corpo vivente della natura” e Bellini prima, Giorgione poi sono tra i protagonisti indiscussi di questa avventura.

Il rapporto tra la figura e l’ambientazione paesistica è un problema che accomunerà, pur nella differenza degli esiti conseguiti, diverse generazioni d’artisti, fin da quando un nuovo sentimento della natura viene manifestandosi proprio nell’opera di Giovanni Bellini, che si mostra capace di illustrare la serena bellezza del creato nella sue variazioni temporali.

Un dipinto come l’Allegoria sacra degli Uffizi con figure di santi nel paesaggio – cui viene accostato in mostra il San Gerolamo di Cima da Conegliano – è un esempio di questo nuovo sentire che si esplicita anche nei soggetti sacri e che troverà approfondimenti decisivi nell’opera di Giorgione, nel cosiddetto Tramonto della National Gallery di Londra, carico di misteri e di enigmi come tutta la pittura del Maestro di Castelfranco e come la natura stessa.

Quella che era una semplice componente prende qui il sopravvento e trasforma il quadro quasi in paesaggio puro: una composizione in cui le figurette dei personaggi sacri sono davvero inglobate e partecipano al vasto respiro della natura. È un annuncio della Tempesta dello stesso autore (presente nel percorso espositivo insieme alla giovanile Madonna dell’Ermitage) indicata da sempre come l’opera che apre una fase nuova non solo del fare pittorico ma una Weltanschauung con riflessi ed esiti di particolare rilievo soprattutto nell’attività giovanile di Tiziano e dei giovani contemporanei.
Se in Bellini – come già aveva scritto Mariuz – «i personaggi si accampano monumentali, per cui la natura sembra farsi abside e altare e accogliere icone viventi», in Giorgione il paesaggio e l’elemento atmosferico colti grazie all’osservazione diretta, divengono assoluti protagonisti.

È un’iniezione di nuova linfa nella pittura veneta e rinascimentale, che s’insinua e corre profonda.

Partecipe di questa sensibilità, sia pure su un altro fronte, è anche l’esordiente Lorenzo Lotto alter ego di Giorgione e del giovane Tiziano, sperimentatore anch’egli
del tema paesaggistico. Proprio nella raffigurazione del San Girolamo penitente di Castel Sant’Angelo – altra opera in mostra esemplare di questi cruciali quindici anni
– Lotto trova esiti diversi, fino a costituire un’alternativa personalissima. Così come originalissima e altrettanto fondamentale per l’elaborazione del tempo appare la soluzione paesistica, visionaria e metamorfica,
di Hieronymus Bosch nelle sue opere veneziane: quasi un contraltare al senso della natura arcadico e classicheggiante dei veneziani.

Sarà tuttavia Tiziano a portare a compimento lo sviluppo del percorso intrapreso da Bellini e rivoluzionato da Giorgione, grazie anche alle suggestioni del grande incisore e disegnatore di Norimberga, Albrecht Dürer,
che è a Venezia prima del 1498 e poi, per un intero anno, dal 1505 agli inizi del 1507.

Il giovane Cadorino introduce nel paesaggio di Giorgione – pur in una composizione dall’impianto ancora tradizionale come è, nonostante tutto,
La fuga in Egitto – il vasto fremito del bosco, la varietà delle sue forme, la sua animazione impetuosa.
Tiziano trae dalla stampe di Dürer il rapporto pulsante tra le figure e l’ambiente, convertendolo in pittura.
La sua diventa così una natura viva e vitale, con una freschezza d’osservazione e una libertà di resa che sembrano escludere il riferimento a qualsiasi schema precostituito; una natura nella quale è possibile calare le passioni e i sentimenti degli uomini.

La straordinaria opera realizzata per il Loredan, ampia finestra sul mondo naturale che aveva colpito anche l’immaginazione di Vasari, riconsegnata grazie al restauro al suo ruolo di capolavoro del Rinascimento,
è la prima grandiosa affermazione di questa originalità tizianesca, della sua capacità cioè di trasformare in pura pittura un’innovativa e sbalorditiva interpretazione della natura.

Tiziano nel realizzare questo telero stava per osare addirittura qualcosa in più, innovando completamente il rapporto tra figure e paesaggio anche nella composizione: i raggi X a cui è stato sottoposto il dipinto, presso i laboratori del Museo Statale Ermitage, hanno infatti rivelato sorprendentemente che l’autore aveva inizialmente abbozzato un diverso soggetto – un’Adorazione, ben visibile sotto lo strato pittorico – collocando nel centro della tela tre figure di dimensioni ridotte rispetto a quelle poi dipinte nella Fuga.

Non è chiaro quale sia il motivo che ha spinto il pittore ad abbandonare l’idea iniziale, scegliendo un altro soggetto, per altro ben poco presente nella tradizione della pittura veneta, né cosa abbia indotto Tiziano
ad adottare una più tradizionale impostazione delle figure, ma una scintilla era ormai scattata.

Quella spettacolare ambientazione boschiva di dimensioni impensabili, il ruscello dalla pennellata grumosa, i molti animali che animano la tela «i quali ritrasse dal vivo – come scrisse Vasari –
e sono veramente naturali e quasi vivi» rivelano una personalità unica e danno inizio a una nuova stagione.

Anteprima stampa per la mostra
martedì 28 agosto
ore 12.00
Campo della Carità, Dorsoduro 1050

La mostra sarà visitabile fino alle ore 16.00

“Le memorie ritrovate” a Padova

Venerdì 31 agosto alle ore 12:00 a Palazzo Zuckermann (Padova) sarà inaugurata la mostra Le memorie ritrovate. Antico perduto e ritrovato. Rinvenimenti archeologici dal convento di Santa Chiara a Padova che rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 18 novembre 2012.

La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, unitamente all’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e ai Musei Civici di Padova, su idea e realizzazione di Cultour Active (società di promozione di eventi culturali), in collaborazione con McArthurGlen Designer Outlet di Noventa di Piave (VE) e la ditta Diego Malvestio & C., presentano venerdì 31 agosto la mostra «Le memorie ritrovate».

All’inaugurazione interverranno Vincenzo Tiné (Soprintendente per i Beni Archeologici del Veneto), Andrea Colasio (Assessore alla Cultura del Comune di Padova), Davide Banzato (Direttore Musei e Biblioteche del Comune di Padova), Francesco Cozza (Curatore della mostra) e Enrico Longo (Presidente Cultour Active).

Dopo il successo di pubblico con oltre 24.000 visitatori in pochi mesi e l’interesse dimostrato dalla critica, la mostra «Le memorie ritrovate», presentata per la prima volta al CEMA – Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia di Noventa di Piave (VE), approda ora a Padova, sua terra d’origine, con un nuovo allestimento, contenuti aggiornati, approfondimenti storiografici e iconografici.

Le «memorie» esposte sono state ritrovate nell’antico e perduto Convento di Santa Chiara De Cella Nova a Padova che fiorì tra il XIV e il XVIII secolo, ma che negli anni Sessanta del secolo scorso venne demolito per erigere la Questura. Nel 2000 l’indagine archeologica diretta da Mariangela Ruta e condotta da Petra scrl nel cortile della Questura di Padova ha portato alla luce una struttura esagonale, residuo dell’impianto originario del convento e punto di partenza di una scoperta senza eguali. Sulla base dei materiali rinvenuti e delle notizie d’archivio che narrano delle vicissitudini del monastero si ipotizza che tale struttura esagonale abbia svolto la funzione di ghiacciaia-dispensa in epoca tardo-medievale (XIII e XIV secolo) e sia stata adibita poi ad immondezzaio in età rinascimentale (XV e XVI secolo)

Il curatore della mostra Francesco Cozza – grazie anche agli interventi di restauro conservativo, condotti da restauratori del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e da liberi professionisti – ha saputo restituire ai numerosi oggetti esposti i loro significati, sia funzionali che simbolici, come si può apprendere dalla lettura del catalogo riccamente illustrato e acquistabile presso il bookshop dei Musei Civici Eremitani, in piazza Eremitani n.8.

Ceramiche maiolicate, graffite e invetriate, reperti vitrei decorati, manufatti metallici, strumenti fittili, in osso, legno e cuoio, costituiscono il «tesoro» perduto, ritrovato e restaurato. Un cuore strappato da due mani, una figura femminile dal volto maschile, un cane in atteggiamento di auto-castrazione accanto a figure prettamente religiose, come l’Annunciazione e il calice con l’Ostia, sono solo alcuni esempi dell’eterogeneità dell’esposizione.

«Portare la mostra a Padova», afferma il curatore Francesco Cozza, «significa riconsegnare alla città parte della sua storia perduta. Il successo del primo allestimento al CEMA – Centro Espositivo Multimediale di Noventa di Piave ha dimostrato che Le memorie ritrovate ha suscitato un reale e vivo interesse, quindi ci è sembrato doveroso far conoscere anche a Padova le scoperte e i tesori del suo territorio. Ringrazio la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto che ha voluto e sostenuto questa seconda esposizione, il Comune di Padova e i Musei Civici per aver accolto con entusiasmo la mostra e Cultour Active per aver curato anche il nuovo allestimento e l’organizzazione. Prima Noventa di Piave, ora Padova e in futuro speriamo di esportare le memorie per farle apprezzare da un pubblico sempre più vasto».

PALAZZO ZUCKERMANN

Palazzo Zuckermann sorge lungo corso Garibaldi, l’arteria viaria che partendo dalla Stazione Ferroviaria raggiunge l’area del Pedrocchi e del Bo, ovvero il cuore del centro storico, e fino a poco tempo fa è stato sede delle Poste Italiane. Si affaccia sul complesso che comprende l’Arena Romana, la Cappella degli Scrovegni e il Museo agli Eremitani: per la sua collocazione è stato individuato come la destinazione privilegiata dell’espansione espositiva delle collezioni dei Musei Civici.

Il Palazzo fu eseguito tra il 1912 e il 1914 dall’architetto milanese Filippo Arosio, in stile ancora ottocentesco, su incarico dell’industriale Enrico Zuckermann.

Può essere assunto come uno dei simboli della nuova città borghese sorta tra la fine dell’800 e l’inizio del secolo XX, seguendo la definizione del nuovo asse viario privilegiato che conduceva alla stazione.

Palazzo Zuckermanna ospita al piano terreno e al primo piano le collezioni di arti applicate e decorative del Museo d’Arte e, al secondo piano, il Museo Bottacin con le sue ricche raccolte numismatiche.


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1) La sezione culturale di un settimanale cartaceo
2) Uno spazio d’informazione culturale e di riproduzione video all’interno del palinsesto di una tv (digitale terrestre e web),
3) Il coordinamento e la gestione delle informazioni culturali per i sei comuni dell’isola d’Ischia del portale IDC “Italia Della Cultura” http://ischia.italiadellacultura.it/ ,
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5) Il sito www.emmegiischia.com,
6) Servizi di grafica, di editing, e di stampa per ogni tipo di pubblicazione
7) Un numeroso gruppo di scrittori, giornalisti, artisti dello spettacolo, musicisti, pittori ecc. in grado di presentare eventi in prestigiose location ubicate sull’isola d’Ischia.
8) Numerose altre opportunità
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Bruno Mancini
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
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Il portale di Italia della cultura – IDC- si propone come il sito in cui trovare il maggior numero possibile di eventi appunto culturali presentati sul territorio italiano. Posso assegnarti un login con il quale inserire autonomamente gli eventi di tuo interesse se m’invierai il nome l’indirizzo mail e un recapito telefonico.
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Bruno Mancini, ideatore del progetto culturale “Le nostre isole”
Il progetto culturale LENOIS nasce dal desiderio di costruire una TRIBU’di Artisti (Poeti, Narratori, Pittori ecc) che non si accontenti di rimanere segregata tra le quattro mura dei propri “siti”, ma decida di dare battaglia con le stesse armi e sullo stesso campo ove spadroneggiano banalità edulcorate omologate e massificate, e voglia farlo accettando di utilizzare a tale scopo alcune forme pubblicitarie come veicolo promozionale.
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Italia della Cultura ischia http://ischia.italiadellacultura.it/ in questo periodo è impegnata nel proporre nuove forme di attività utili a dare visibilità al portale e pubblicità agli eventi, due delle quali mi sembra interessante proporre alla tua attenzione.
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Da Ischia, l’Arte – terza serie

Anniversario “Il Dispari” e presentazione “Adotta una poesia”

Una poesia
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Da Ischia, l’Arte – seconda serie
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Salta la prima rappresentazione teatrale!

In questi giorni abbiamo appreso che il primo appuntamento con il teatro di Ischia è rimandato… E’ davvero per effetto di impegni lavorativi dei componenti dello spettacolo che è stata rimandata la rappresentazione, prevista in campagna elettorale per il secondo fine settimana di giugno? Con l’avvicinarsi del caldo, apprendiamo inoltre, diventa improponibile pensare di allestire altri spettacoli. Ci chiediamo preoccupati, allora, cosa succederà in inverno con la mancanza di un riscaldamento centralizzato.

Invitiamo tutti i simpatizzanti del teatro a non farsi strumentalizzare dalla facile demagogia dell’attuale classe dirigente e ad esaminare con criticità la notizia dell’annullamento dello spettacolo programmato – tempistica curiosa – in campagna elettorale.

Movimento La Sinistra – Circolo Rifondazione Comunista Ischia

“Le città invisibili”

Oggi parliamo di...

C O N T A T T A C I [email protected]


Associazioni Gruppo Logos e

Rete per la Tutela della Valle del Sacco

Nuov1 amic1 del progetto culturale

LENOIS -Le nostre isole, ideato da

Bruno Mancini

http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/ischia-unisola-di/11280350?showPreview

Antologie Poetiche a cura di

Roberta Panizza e Bruno Mancini

venerdì 1 giugno 2012
  • 19.00 fino a 23.00
  • Rifugi di Colleferro in Via Roma
  • Le Associazioni Gruppo Logos e Rete per la Tutela della Valle del Sacco nell’ambito dell’iniziativa 
     
    “Colleferro 1912-2012: cent’anni bastano?” Vi invitano a partecipare al racconto teatrale di Raabe 
     
    Teatro nella suggestiva cornice dei Rifugi di Colleferro in Via Roma, il giorno 1 Giugno 2012 con due 
     

    spettacoli, ingresso gratuito a offerta libera, ore 19,00 e ore 21,30.

    Raabe Teatro

    Presenta

    con il patrocinio del Comune di Colleferro

    COLLEFERRO…CITTA’ INVISIBILE
    Racconto teatrale

    Testi e musica di Bruno Panico

    Voce recitante, scenografia e regia di Monica Giovinazzi

    RaabeTeatro www.raabe.it

    Alcune delle città fantastiche (Maurilia, Moriana, Eusapia, Zaira, Pirra, ecc.) descritte da Italo Calvino nel libro “Le città invisibili” fungono da trait d’union per raccontare, in pochi tratti essenziali, la storia di Colleferro, storia di duro lavoro, dell’esplosione della fabbrica, della guerra, del sotterramento di sostanze e rifiuti tossici; la storia del fiume Sacco, veicolo incolpevole dei veleni dell’area industriale alle piantagioni, agli animali e alla popolazione di tutta la Valle; la storia dell’inquinamento, della contaminazione, della bonifica; la ricerca di un futuro diverso nel rispetto dell’uomo e della natura.

     

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Bruno Mancini

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Ciao Bruno

 

Bruno Mancini, ideatore del progetto culturale “Le nostre isole”

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Don Giovanni o l’incomodo

La verità è che le Case Editrici sono piene di fannulloni frenetici: gente che non combina una madonna dalla mattina alla sera ma che dà l’impressione –fallace– di star lavorando.
Si beccano persino l’esaurimento nervoso
.”
Luciano Bianciardi

ExCogita nasce da vent’anni di esperienza tra i “fannulloni frenetici” dei vari librifici, che continuano a sfornare i soliti nomi noti e a ingolfarne le librerie.
ExCogita si propone di dare voce a molti di coloro che non trovano spazio nella grande editoria (e spesso neppure nella piccola), a molti narratori, poeti e saggisti che altrimenti sarebbero condannati al silenzio del cassetto o,peggio,del cestino.

www.excogita.it
www.excogitabookshop.it
[email protected]

Cesare vince una borsa di studio per un anno:USA (Diploma High School).
Si laurea a Roma in Psicologia e in Filosofia. A Madrid e Barcellona studia letteratura spagnola. Frequenta per un anno la facoltà di Filosofia a Berlino.
Studia e lavora a Parigi per più anni e consegue il dottorato in Filosofia e psicanalisi.
A San Pietroburgo e a Mosca studia letteratura russa. Dal 1988 è Responsabile Cinema Centre Culturel Français de Milan.
Con ExCogita ha pubblicato nel 2004 il primo volume dellaTrilogia dell’Eco, A sorpresa, romanzo in poesia, nel 2006 il secondo volume dal titolo Soldato a veli, romanzo in teatro, riduzione pièce teatrale rappresentata a Milano e a San Pietroburgo, e nel 2007 il terzo, Ragazzo a pendolo, romanzo in musica.
I tre libri sono stati tradotti in russo.
Nel 2009, sempre con ExCogita, pubblica la Prima Piega del Trittico d’ombra, Faust o l’inconverso, del quale il Don Giovanni rappresenta la parte centrale in attesa della conclusione che sarà incentrata sulla figura di Falstaff.
Don Giovanni o l’incomodo
Cesare Vergati con una nota di Giampiero Neri

ExCogita Editore
ExCogita Editore Cesare Vergati Don Giovanni o l’incomodo
D’altronde se ne va il nobile –il lungo rettangolare piazza, tale incongruo urbano
spazio ampio, da edifici e più strade, stranamente lato uguale all’opposto invece
dal vicino così diverso– verso centro, alle splle davvero alti muri e veterani,
vecchi in storpia fama secoli –a piedi, passo incostante, ricorda ancora l’instabile
andare per ebbrezza meravigliosi remoti giorni: se sa precisamente luogo dove
opera di scultura, d ‘arte in valore, sta: l’uomo eretto, in sostanza…
dall’incipit
” […] Vergati lo affronta con quello stile ellittico e icastico insieme, che abbiamo
imparato a conoscere nella sua scrittura e che gli è proprio.
In questo nuovo appuntamento, il lettore troverà argomento per un confronto con se stesso e avrà modo di ritornare con la mente all’indimenticabile epigrafe, che ” Ogni intensità è feroce/ Ed in quanto feroce sublime.” […]
dalla nota di Giampiero Neri
ISBN 9788889727381
€ 10,00
Bimba Selvaggia Landmann, autrice delle immagini interne di questo libro, nasce a Milano nel 1968. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1988 si occupa di illustrazione per l’infanzia e i suoi libri sono tradotti in più di venti lingue. Espone i suoi disegni in molti paesi: soprattutto in Giappone, America (recensiti dal New York Times), Francia e Italia. Inizia una nuova collaborazione con Cesare Vergati e Alberto Casiraghy illustrando i loro aforismi.

via Cucchiari n.4, 20155 Milano

Tel. 02/313663 www.teatrodellamemoria.com

 

 

Lunedì 21 maggio 2012, ore 21,00

 Don Giovanni o l’incomodo 

 Romanzo di Cesare Vergati (ed. ExCogita Editore 2011)

 

Riduzione teatrale e regia: Ombretta De Biase

  

Con: Dorothy Barresi, Angelica Cacciapaglia, Fabrizio Caleffi, Luigi  Mattia Celotti, Andrea Pietrantoni, Cesare Vergati

 

Ingresso unico € 10,00  –  informazioni : Cesare Vergati   [email protected]

Riduzione teatrale e regia: Ombretta De Biase

Con: Dorothy Barresi, Angelica Cacciapaglia, Fabrizio Caleffi, Luigi Mattia Celotti, Andrea Pietrantoni, Cesare Vergati

In un alternarsi ritmico di lettura testuale (Fabrizio Caleffi – Cesare Vergati ) e scene di vita, vediamo il nobile e immaginifico giovane uomo, Don Giovanni (Andrea Pietrantoni) che, partendo da una simbolica grande piazza, si propone di esplorare i piaceri del sesso indotti dai  cinque sensi sperimentandoli, uno alla volta, con scientifica consapevolezza.

Il suo viaggio viene guidato inizialmente dal ricordo sereno di una figura femminile, la Donna-cugina (Angelica Cacciapaglia) con cui ha gustato le prime sensazioni di adolescente. Successivamente egli incontrerà una folla di donne di ogni qualità e tipologia femminile con cui esplorerà quei sublimi piaceri, ignoti alle persone comuni.

Tutto sembrerebbe procedere e realizzarsi in un felice e completo appagamento se non fosse per la presenza, nella grande piazza, di un’imponente statua lignea che proietta sul nostro Don Giovanni un’ombra lunga e cupa. In effetti la statua rappresenta l’ Ideale, ovvero l’Uomo Perfetto, somma di virtù e di saperi, ed è inevitabilmente destinata al rogo per la sua stessa natura lignea. Questa certezza fa soffrire Don Giovanni che ne ricava anche un funesto presagio per la sua stessa vita.

Cosa che puntualmente accadrà poiché egli diventerà vittima dell’Uomo comune (Luigi Mattia Celotti   e anche della Donna Comune (Dorothy Barresi) che, in quanto tali quindi incapaci di comprenderlo, finiranno per rovesciare su di lui invidia, gelosia, odio e lo condanneranno ad una fine atroce prima spegnendo, con spietata precisione, i suoi sensi, uno alla volta, e infine provocandone la morte ai piedi del rogo dell’amata statua.  (odb)

TEATRO DELLA MEMORIA Milano  Tel 02.313663     

 

Premio Perelà > scrittori leggono scrittori

Premio Perelà > scrittori leggono scrittori

  • relatori: – Scuola Holden: Corso Biennale in Scrittura e Storytelling
    – Scuola di scrittura narrativa di Raul Montanari. Archivi del ’900, Milano
    – Lalineascritta Laboratori di Scrittura
    – Laboratorio di Scrittura Walter Tobagi Venezia
  • QUANDO
  • dal 19/04/12 al 19/12/12
– Laboratorio di Scrittura Walter Tobagi Venezia
Scadenza presentazione domande: 19 dicembre 2012
Giunge alla quarta edizione il concorso letterario che vede in Giuria alcune delle più autorevoli scuole di scrittura che operano sul territorio nazionale. Anche quest’anno, infatti, a leggere i libri e a decretare i vincitori saranno gli allievi di:
– Scuola Holden: Corso Biennale in Scrittura e Storytelling
– Scuola di scrittura narrativa di Raul Montanari. Archivi del ’900, Milano
– Lalineascritta Laboratori di Scrittura

Giunge alla quarta edizione il concorso letterario che vede in Giuria alcune delle più autorevoli scuole di scrittura che operano sul territorio nazionale. Anche quest’anno, infatti, a leggere i libri e a decretare i vincitori saranno gli allievi di:
– Scuola Holden: Corso Biennale in Scrittura e Storytelling
– Scuola di scrittura narrativa di Raul Montanari. Archivi del ’900, Milano
– Lalineascritta Laboratori di Scrittura
– Laboratorio di Scrittura Walter Tobagi Venezia

La loro dislocazione in aree culturali strategiche permetterà ai testi in gara di circolare da una regione all’altra e di farsi conoscere da lettori competenti dotati di autentica passione per la letteratura.Dedicato all’omino di fumo del romanzo futurista di Aldo Palazzeschi, il concorso è aperto ai testi narrativi editi in lingua italiana, pubblicati a partire dal gennaio 2010. Come omaggio a Palazzeschi, nato e vissuto a Firenze, è da intendersi anche il premio previsto per il vincitore, ossia un soggiorno nel capoluogo toscano.
L’iniziativa, sin dalla prima edizione, ha l’ambizioso obiettivo di aprire nuovi canali promozionali per gli autori che sono al loro esordio o comunque in cerca di affermazione. Grazie al Premio Perelà e alle rubriche a esso correlate, già in tanti hanno avuto la possibilità di esprimersi e raccontare il proprio mondo letterario mettendone in evidenza peculiarità e aspirazioni.
L’edizione 2011 si è conclusa con la vittoria della raccolta Racconti per Nisida e l’Unità d’Italia (Guida Editore) a cura di Maria Franco, con testi di Maurizio de Giovanni, Patrizia Rinaldi, Angelo Petrella, Riccardo Brun, Mario Gelardi, Luigi Pingitore, Antonella Ossorio e Antonella del Giudice. Una Menzione Speciale è stata, inoltre, attribuita a L’ultima fuga di Steve McQueen e altre storie (Felici Editore) di Athos Bigongiali.
Le iscrizioni saranno aperte fino al 21 aprile 2012.Anna Petrazzuolo
Responsabile Premio Perelà
http://premioperela.blogspot.com/Studio Distanze | Editoria e Comunicazione
Via del Sabotino, 19 – 80144 Napoli
Tel. 081.19930112
Mob. 347.8522045
Fax 081.19930108
E-mail [email protected]
Sito web www.distanzelab.it

Documentazione
bando e regolamento 2012
(documento in formato pdf, 174Kb)
Premio Perelà
Bando e Regolamento
Art. 1
Lo Studio Editoriale Distanze indice la quarta edizione del Premio Perelà, concorso letterario aperto ai testi narrativi editi in lingua italiana e pubblicati a partire dal mese di gennaio 2010.
Art. 2
La Giuria del Premio è composta dalle seguenti scuole di scrittura:
 Scuola Holden: Corso Biennale in Scrittura e Storytelling;
 Scuola di scrittura narrativa di Raul Montanari. Archivi del ’900, Milano;
 Lalineascritta Laboratori di Scrittura;
 Laboratorio di Scrittura Walter Tobagi Venezia.
Art. 3
Gli Autori e gli Editori che intendono partecipare, possono iscriversi con una o più opere inviando una copia per
ogni titolo e allegando su un foglio a parte nome, cognome, indirizzo postale completo, recapito telefonico e indirizzo e-mail.
Art. 4
L’iscrizione al Premio richiede per ogni singola opera un contributo di € 30,00 da versare come ricarica Postepay
sulla carta n. 4023 6005 5174 0857  intestata ad Anna Petrazzuolo, curatrice del Premio (C.F. PTR NNA 68P51
F839M).
Art. 5
Tutto il materiale, compresa la ricevuta della suddetta ricarica, va spedito entro e non oltre il 21 aprile 2012 (farà
fede il timbro postale) al seguente indirizzo: Anna Petrazzuolo / Studio Editoriale Distanze – Via del Sabotino, 19
80144 Napoli.
Art. 6
La Giuria del Premio esaminerà i testi pervenuti ed entro il 19 dicembre 2012 decreterà il libro vincitore. L’esito
del concorso sarà comunicato a tutti i partecipanti nonché alle varie categorie di soggetti (media tradizionali, new
media, enti culturali, biblioteche, librerie, etc.) con cui l’Ufficio Stampa dello Studio Editoriale Distanze interloquisce per le proprie consuete attività di comunicazione.
Art. 7
L’Autore del libro vincitore sarà premiato con un soggiorno a Firenze (città natia dello scrittore Aldo Palazzeschi,
cui il Premio Perelà intende rendere omaggio).
Art. 8
Le decisioni della Giuria sono insindacabili.
Art. 9
Il materiale inviato non sarà restituito.
Art. 10
Con la partecipazione al Premio si autorizza lo Studio Editoriale Distanze al trattamento dei dati personali come
previsto dalle leggi vigenti.
Art. 11
La partecipazione al Premio comporta la totale accettazione del presente regolamento.
Per ulteriori informazioni, lo Studio Distanze risponde ai seguenti recapiti:
Tel. 081.19930112 | Mob. 347.8522045 | Fax 081.19930108 | E-mail [email protected]
Sito web www.distanzelab.it

“Uomini di mondo” al teatro Politeama di Napoli

GLI UOMINI DI MONDO AL TEATRO POLITEAMA DI NAPOLI

La compagnia ischitana in scena con “Così parlò Bellavista” per la terza rassegna del teatro amatoriale del Teatro Augusteo

Scatta il conto alla rovescia per questi giovani talentuosi ischitani. Dopo il grande successo che ha portato a tre serate di sold out nel periodo invernale presso i locali del Museo de Termalismo, gli Uomini di mondo andranno in scena giovedì 3 maggio alle ore 20.30 al Teatro Politeama, nell’ambito della terza rassegna del teatro amatoriale dell’Augusteo di Napoli.

Scelti tra tantissime compagnie del territorio nazionale, per la prima volta  una compagnia isolana si esibirà in uno dei teatri napoletani più prestigiosi per questa rassegna a premi che vedrà alla fine un unico vincitore tra le quindici compagnie amatoriali in finale.

I ragazzi porteranno in scena l’adattamento curato da

Corrado Visone - Attore - Ischia

Corrado Visone

di tre delle opere più famose del maestro Luciano De Crescenzo, coadiuvati dalla professionale regia di Valerio Buono.

La scena, ambientata in una delle vie più antiche della Napoli novecentesca, vedrà il susseguirsi di immagini tipiche ma non banali della napoletanità. Un milanese, accompagnato dal tassista folkloristico di turno, farà capolino in uno degli antichi palazzi napoletani, dove l’androne diventa un’enorme cassa di risonanza che ripropone i toni alti della parlata napoletana e l’odore di pastiere e di ragù.

A tenere sotto controllo la situazione non uno ma ben tre portieri, che si incontrano per partecipare alle lezioni di filosofia spicciola del Professor Bellavista, la differenza tra nord e sud, la munnezza e il tempo sono alcuni dei temi di queste riunioni durante le quali tra i membri, tra un caffè e una battuta, parlano di Napoli e dei suoi problemi.

A prendere le decisioni in casa del professore Bellavista è la signora Maria, la moglie, che insieme a Rachilina, la cameriera di famiglia, costituiscono la “linea” femminile della storia. Bellavista e Maria hanno una figlia, Patrizia, incinta di Giorgio, un architetto napoletano disoccupato con belle idee sui rifugi antatomici. Saverio, Gigino il becchino, Don Gaetano e i vari inquilini del palazzo, ognuno con la sua storia, costruiscono una commedia corale che siamo certi non dimenticherete.

L’appuntamento è dunque il 3 maggio ore 20.30 al teatro Politeama, storico teatro cittadino situato nel cuore della città, in via Monte di Dio, alle spalle di Piazza Plebiscito. Per tutti gli Ischitani che volessero passare una serata divertente in un vero teatro, l’associazione “Uomini di Mondo”, in collaborazione con la compagnia “Rumore Marittima”, ha messo a disposizione un aliscafo per il ritorno al termine dello spettacolo, al raggiungimento di un numero minimo di persone. Gli interessati potranno prenotarsi al numero 366 93 76 541 o contattare la pagina facebook degli Uomini di Mondo.

 

Politici virtuali e teatri virtuali

Enzo Boffelli

POLITICI VIRTUALI E TEATRI VIRTUALI

Ciao amici del Diario, eccoci nuovamente giunti all’appuntamento settimanale con lo spazio, che da quasi tre anni, si occupa di ricordare alle istituzioni, la clamorosa e vergognosa mancanza di strutture teatrali sulla nostra bella isola.

In questo lungo periodo, ho sempre cercato di destare le coscienze dei nostri amministratori, in modo da trovare una strada che potesse garantire almeno un minimo di struttura, dove iniziare quel discorso di teatro stabile e pubblico che  sull’isola manca da sempre. Fino ad oggi purtroppo risultati concreti non ce ne sono, anche se il sindaco Ferrandino mi ha assicurato il suo massimo impegno in merito alla sala congressi del polifunzionale, proposta dallo stesso qualche anno fa ma tuttavia ancora avvolta nelle dense nubi dei collaudi mancanti.

A dire il vero, è difficile capire come intenda  il nostro primo cittadino sbrogliare una matassa tanto complicata  quale quella dei collaudi mancanti, tenendo anche conto delle parole pronunciate a più riprese dall’ Ing Michele Califano, capo della commissione collaudi. Il professionista, ha sempre spiegato con chiarezza, che esistono difficoltà insormontabili e che nessuna commissione sana di mente si sognerebbe di assumersi una tale responsabilità collaudando una struttura ormai vecchia di quasi trent’ anni e mancante di molti certificati di fondamentale importanza per poter compiere l’operazione. Il sindaco,  sta comunque  cercando, attraverso l’ interlocuzione diretta con la regione, di arrivare ad una soluzione che permetta di risolvere  le problematiche esistenti, ed avviare in questa maniera, l’ iter per rendere utilizzabile la struttura. Questo mi è stato confermato dallo stesso in un breve scambio di battute avvenuto durante il concerto di Tullio De Piscopo in piazzetta e mi ha anche preannunciato importanti novità in senso positivo. Sono queste chiaramente le parole di un politico, alle quali bisogna dare come  sappiamo un peso specifico particolare,  ma  personalmente non ho mai dubitato delle sue reali intenzioni di porre un rimedio all’ atavica mancanza e quindi aspetto con ansia notizie in merito. Per quanto riguarda invece gli accorati appelli delle scorse settimane al resto della classe politica isolana nessuna risposta è tuttavia pervenuta, come del resto era prevedibile. Non resta dunque che aspettare mestamente, avviandosi  alla nuova “ stagione teatrale” con le problematiche di sempre e le difficoltà di sempre.

Ciò nonostante, il movimento non smette di crescere e di produrre, sono già in fase di preparazione diversi allestimenti teatrali che, come sempre, regaleranno serate diverse al lungo inverno Ischitano. Inoltre  è in procinto di partire il nuovo laboratorio diretto da Eduardo Cocciardo che, nella stupenda cornice dell’ Accademia dei ragazzi , propone quest’ anno un interessante percorso  legato al grande Eduardo De Filippo. E’ un progetto ambizioso, che il mio amico e coach, Eduardo intende portare avanti partendo da un’audizione per la scelta degli attori che si svolgerà domenica 18 settembre alle 10 proprio nei locali dell’Accademia  dei ragazzi  in  Forio. L’ idea di lavorare su  un testo e allo stesso tempo fare laboratorio è una scelta coraggiosa e dimostra la serietà e la bontà del progetto. Conosco bene Eduardo, e il suo modo di lavorare, per questo motivo mi sento di consigliare questo percorso a tutti coloro vogliono fare teatro sia come divertimento che come professione perché hanno l’occasione di lavorare con un professionista serio e preparato, oltre che con un vero uomo di teatro.   Prima di chiudere vi informo che, sabato 17 settembre, presso l’ Hotel Ulisse di Ischia , avverrà la presentazione della nuova antologia poetica La nostra isola, progetto ideato da Bruno Mancini al quale già dallo scorso anno  ho dato la mia collaborazione artistica, ricambiando l’ appoggio incondizionato che da sempre Bruno e i suoi amici danno alla battaglia per il teatro. Quest’appuntamento, che si e’ potuto realizzare grazie alla squisitezza del proprietario della struttura, Signor Scotti Pasquale , prevede lo sviluppo dell’ idea lanciata con successo quest’ inverno alla Biblioteca Antoniana che vedeva unirsi arti e artisti in un unico contenitore capace di spaziare tra poesia , pittura, teatro, musica in maniera da ricordare alle istituzioni che non esistono solo sagre e feste in piazza e che bisognerebbe prestare un’ attenzione diversa alla cultura.  Vi saluto, ricordando a tutti ,che la nostra meravigliosa isola e’ ancora senza un teatro e che, anche quest’ inverno, chi vorrà assistere ad una rappresentazione in un teatro vero dovrà come sempre prendere l’ aliscafo e recarsi a Napoli  per la gioia della massima espressione politica isolana che si ricorda di esserlo solo quando bisogna recarsi alle urne. Vi abbraccio e come sempre…. A PALLA VERSO IL TEATRO CHE CI SPETTA!!